Tom Hanks, in tutta sincerità, ha ultimamente dichiarato di aver odiato alcuni film da lui realizzati. Durante l’intervista concessa al The New Yorker, l’interprete ha parlato delle varie fasi che riguardano un progetto cinematografico a cui si accetta di partecipare:

Ammettiamolo: tutti abbiamo visto film che odiamo. Sono stato in alcuni film che odio. Hai visto alcuni miei film e li odi” ha raccontato Hanks, mentre cercava di spiegare in che modo un film dovrebbe essere giudicato “Qualcuno dirà ‘L’ho odiato’. Altre possono dire ‘Penso che sia geniale’. Da qualche parte nel mezzo ciò che il film è in realtà”.

Hanks – che è stato immortalato infuriato al Festival di Cannes – ha usato l’esempio del Rubicone per spiegare il suo punto di vista:“Il primo Rubicone che attraversi è dire di sì al film… Sarai in quel film. Il secondo Rubicone è quando vedi effettivamente il film che hai realizzato. O funziona ed è il film che volevi fare oppure non funziona e non è il film che volevi fare”.

E il terzo Rubicone? ”È la performance commerciale del film. Perché, se non fa soldi, la tua carriera sarà bruciata prima di quanto vorresti che fosse”. Il quarto Rubicone è il tempo. Hanks ha portato ad esempio il film La vita è meravigliosa, cresciuto in popolarità dopo la sua uscita nel 1946. Oppure Music Graffiti, da lui scritto, diretto e interpretato:“Mi è piaciuto molto fare quel film. Mi è piaciuto scriverlo, mi è piaciuto starci insieme. Adoro tutte le persone coinvolte. Quando è uscito è stato completamente liquidito dalla prima ondata di vox populi. Non ha fatto grandi affari. È rimasto in giro per un po’, è stato visto come una sorta di strana quasi scopiazzata di altri nove film e una bella passeggiata nei ricordi. Ora le stesse firme che l’hanno stroncato nelle prime recensioni lo chiamano ‘il classico cult di Tom Hanks’ Quindi ora è un classico cult. Qual è la differenza tra le due cose? Il tempo”.