Totò Cascio, che in molti conoscono come il bambino protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso” il film di Giuseppe Tornatore che vinse l’Oscar nel 1990 –  torna con il cortometraggio “A occhi aperti” di Mauro Mancini, in onda su RaiUno e disponibile su Raiplay dal 12 dicembre.

In un’intervista rilasciata a Leggo.it ha raccontato i problemi legati alla sua malattia, la retinite pigmentosa, e la sua voglia di ricominciare. Ecco un estratto:

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In “A occhi aperti” racconta di aver smesso di fare cinema quando ha saputo di avere la retinite pigmentosa, una forma di cecità ereditaria. Ha deciso di dirlo al mondo solo ora, perché? 

«Sì, in tutti questi anni sono stato intervistato tante volte e mi veniva sempre chiesto perché avevo abbandonato il cinema. Anche se mi faceva star male, inventavo scuse. Non riuscivo a parlare della mia malattia».

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Come è iniziata la sua rinascita? 

«A un certo punto ho deciso di chiedere aiuto e mi sono rivolto all’Istituto Cavazza dove, senza farmi riconoscere, ho fatto un percorso di gruppo con 30 persone ipovedenti. Avevo bisogno di condividere e integrarmi, gli altri ragazzi mi hanno contagiato con la loro forza e la loro dignità e ho capito che non c’era nulla di cui vergognarsi». 

Con il corto è già tornato a fare cinema, ora vorrebbe fare altri film?

«Il mio successo è già il fatto di riuscire a parlare della mia malattia. Se dovessero arrivarmi altre proposte le valuterò con piacere. E a gennaio pubblicherò un libro».