Enrico Vanzina, ospite insieme a Isabella Ferrari, Christian De Sica, ed Edoardo Vianello alla Festa del Cinema di Roma, ha parlato sul palco prima della proiezione di “Sapore Di Mare”, il film cult degli anni 80. Dopo aver parlato del rapporto col fratello e della produzione del film, ha analizzato l’effetto che la pellicola ha avuto sull’Italia intera in quegli anni:

“Noi (Italiani) Senza rendercene conto, venivamo da un periodo brutto, gli anni di piompo…la gente aveva bisogno di uscire, trasgredire, divertirsi, ridere. Era diventato un paese che aveva fatto un patto col diavolo: per essere felice, aveva smesso di essere per avere. E cosi, per l’incipit di Sapore di Mare, ci siamo ricordati della grazia, della felicità e della purezza che le nostre vacanze da piccoli ci regalavano. La semplicità degli anni 60, cosi abbiamo deciso di metterla in scena. Un periodo dove i baci non si compravano ma si conquistavano: come diceva Virna Lisi alla fine del film “ci batteva forte il cuore”. Senza volerlo, abbiamo messo l’Italia davanti ad uno specchio, capendo che forse 20 anni prima (negli anni 60) eravamo più felici. Sapore di Mare infondo è un piccolo romanzo di formazione. Nei nostri film c’era moltissimo sentimento.”