“Barriere” (in inglese “Fences”) è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale del 1986, vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia. Nel 2010 Denzel Washington e Viola Davis l’hanno ripresa, sempre a teatro, e ne hanno ripetuto il successo, vincendo i premi per il miglior revival, il miglior attore e la migliore attrice. Lo stesso Denzel Washington decise, nel 2016, di voler dirigere e interpretare l’adattamento per il grande schermo. Ed ecco che arriviamo al film in questione.

La storia è ambientata in un quartiere di afroamericani di Pittsburgh, cittadina della Pennsylvania, negli anni ’50. Troy Maxton è un ex giocatore di baseball, costretto ad abbandonare una brillante carriera sportiva a causa delle leggi razziali contro i neri. Ora lavora come netturbino per un’azienda di bianchi e il suo obiettivo nella vita è quello di adempiere al suo ruolo di capofamiglia, portando i soldi a casa e prendendosi cura della moglie Rose e del figlio Cory, il quale sogna di poter coronare quello che un tempo era stato il sogno del padre: essere un campione sportivo.

138 minuti di una trama poco ricca di avvenimenti importanti potrebbero spaventare parecchio. In effetti è così; il film è lungo, lento nel tracciare le linee guida e soprattutto richiede tanta attenzione nel seguire i dialoghi, elemento che caratterizza un po’ tutto il film. La percepibile lentezza della storia viene contrastata, però, dallo spessore e dalla vivacità delle battute, che colpiscono positivamente e non lasciano indifferenti (soprattutto se ascoltati in lingua originale, nell’espressivo dialetto dell’inglese afroamericano). Altro elemento degno di nota riguarda la scenografia; le scene sono ambientate per circa il 90% nel piccolo cortile nel retro della casa (backyard), una scelta ‘subliminale’, che riesce a comunicare e proferire quel senso di chiuso e di claustrofobia  che alla fine caratterizza anche i rapporti e i legami affrontati dai protagonisti.

Affianco ad un ottima scrittura e scenografia, ciò che aumenta il livello di valutazione di “Barriere”, rendendolo un film sicuramente molto, molto apprezzabile è la strepitosa interpretazione di due attori con la ‘A’ maiuscola, quali Viola Davis e Denzel Washington, entrambi candidati, non a caso, agli Oscar 2017. La prima ci offre una performance dotata di una potenza emotiva veramente memorabile, che spicca a circa tre quarti del film, in una scena che mostra il confronto con il marito e nel quale il suo dolore riesce a penetrare e trapassare lo schermo. Il personaggio di Denzel Washington, invece, è forse più complesso, ma viene interpretato con personalità e tanta bravura; pochi avrebbero saputo fare meglio di lui.