C’è una categoria di persone che vive con un piede nel presente e l’altro in un’epoca fatta di VHS consumate, squilli sul telefonino e merendine indimenticabili. Siamo quelli nati negli anni ‘80 e ‘90: un popolo che ha fatto da ponte tra il mondo analogico e quello digitale, tra le cabine telefoniche e Internet a 56k, tra i pomeriggi su Italia 1 e i primi Nokia indistruttibili. E ci sono almeno dieci cose che noi, e solo noi, possiamo capire davvero.
1. Il brivido della connessione 56k
Non era solo Internet: era un rituale. Prima di cliccare “connetti”, sapevi che:
- la linea telefonica sarebbe sparita,
- qualcuno avrebbe sicuramente urlato “CHI È CHE STA USANDO INTERNET?!”,
- il modem avrebbe iniziato la sua performance musicale, una roba tipo TRIIII–KRRR–SKREEEE–BWAP BWAP–TCHHHHH, che sembrava il verso di un dinosauro robot che stava perdendo una battaglia contro una friggitrice.
Chi non ha mai sentito quel gracchiare techno non potrà mai capire la magia (e il trauma) di quei momenti.
2. Il telecomando che decideva per tutti
Nelle case italiane degli anni ’90 c’era una dittatura silenziosa: quella del telecomando. Se ce l’avevi tu, eri il capo. Se no…dovevi rassegnarti a guardare qualunque cosa volesse chi ce l’aveva in mano.
E non esisteva “metti in pausa”: se andavi in bagno, perdevi metà della puntata, a meno che non ci fosse la pubblicità e tuo fratello ti urlasse dall’altra stanza “STA RICOMINCIANDOOO”. In quel caso, tu provavi a tornare più veloce di Flash Gordon, e quando eri pronto a lanciarti nuovamente sul divano, scoprivi che il tuo posto era stato occupato da tua sorella, al grido di “chi va a Roma perde la poltrona, chi va a Milano perde il divano”!
3. Il dolore di registrare un film sulla VHS…e farlo male
Registrare dalla TV era un’arte. Sbagliavi un minuto? Tagliavi metà film. Arrivava la pubblicità? Te la tenevi per sempre, incollata all’opera come un cimelio storico. E quando prestavi una VHS, rischiavi seriamente di non rivederla più, magari perché il videoregistratore del tuo amico te l’aveva “mangiata”, rovinando irrimediabilmente il nastro.
4. I cartoni animati iconici
Non importa quanti anni hai oggi: se sei cresciuto in quel periodo, la sigla di Dragon Ball, Sailor Moon, I Cavalieri dello Zodiaco o Detective Conan è nel tuo DNA. E no, non erano “solo cartoni”: erano la base formativa della nostra personalità.
Poi con gli amici si commentava ogni dettaglio, ognuno convinto di ricordare una scena meglio degli altri. E c’era sempre quello che arrivava con la maglietta del suo personaggio preferito, la stessa che probabilmente ha ancora oggi da qualche parte…o che potresti regalargli al prossimo compleanno, della sua taglia attuale magari! E oggi, tra gli shop dove finiamo quasi automaticamente quando ci prende la nostalgia, come newindastria.com, si ritrovano magliette che sembrano piccole reliquie della nostra infanzia. Se amate davvero i cartoni animati di quegli anni, può essere un modo semplice per farli tornare nelle vostre vite.
5. Le sale giochi e i cabinati che ci mangiavano tutte le monetine
L’intrattenimento a disposizione dei ragazzi cresciuti in quegli anni era molto diverso da quello attuale. A quei tempi, la sala giochi del quartiere era un regno mistico fatto di luci, suoni e capitoli di Street Fighter che duravano tre secondi. Le monetine sparivano con una velocità impressionante, ma l’adrenalina era altissima: una partita, un’altra, una ancora. Chi è cresciuto in quel periodo sente ancora il suono dei pulsanti “clic-clic-clic” nelle orecchie.
6. Il televideo era la nostra Wikipedia pixelosa
Prima che Internet fosse accessibile come adesso, il televideo era l’oracolo. Risultati delle partite? Televideo. Programmi TV? Televideo. Notizie? Televideo. Meteo? Sempre televideo. Scorrere quelle pagine in pixel blu, gialli e magenta era un rito, e trovare la pagina giusta richiedeva pazienza zen.
7. Le enciclopedie in casa che nessuno usava davvero
Ogni famiglia degli anni ’90 aveva almeno una collana enciclopedica in soggiorno. Era il nostro “Google imbarazzante”: pesante, incompleto e completamente ignorato, tranne in casi disperati di ricerche scolastiche fatte all’ultimo minuto.
8. Le foto fatte con rullino: 24 scatti, 23 inutili
Sapevi che su 24 foto almeno 15 sarebbero venute mosse, 5 con gli occhi chiusi, e 3 col dito davanti all’obiettivo. E quando ritiravi le stampe era sempre un’ansia da esame. Non esisteva cancellare: era tutto lì, per sempre.
9. I cellulari indistruttibili e gli SMS risparmiati come oro
Il Nokia 3310 non era un telefono: era un’arma. Sopravviveva a cadute che avrebbero distrutto un frigorifero. E poi c’erano gli SMS: pochi caratteri, prezzo alto, scelte difficili. Ogni messaggio era un piccolo esercizio di sintesi estrema. È in quell’era che sono nate le abbreviazioni più assurde – xkè, cmq, tvb, grz – un linguaggio compresso che oggi guardiamo con un misto di tenerezza e imbarazzo. E per quanto ci sembri incredibile, funzionava.
Aspettavamo il Natale come si aspetta un miracolo, perché arrivavano le mitiche “offerte speciali”: pacchetti di SMS venduti a un prezzo che sembrava ridicolmente basso, finché non ci rendevamo conto che li finivamo in due giorni e non era ancora arrivata neanche la vigilia di Natale. Il fatto è che non bastavano mai. Mai.
10. Le chat infinite su MSN con lo stato “Non al computer”
C’è stato un momento in cui la vita sociale di un adolescente ruotava attorno a MSN Messenger. Passavi i pomeriggi a cambiare nickname con frasi criptiche, a mettere la canzone che stavi ascoltando come stato e a mandare “trilli” per attirare l’attenzione quando qualcuno faceva finta di ignorarti. Le conversazioni erano un mix di emoticon fluorescenti, trilli fastidiosi e confidenze che sembravano enormi. MSN era anche il rifugio perfetto quando finivi i soldi degli SMS, o quando avevi bruciato in tre giorni tutto il pacchetto dell’offerta di Natale: bastava connettersi e il mondo tornava a portata di clic. Un’epoca d’oro, che nessun social potrà mai replicare.
La verità? Ci siamo divertiti
Chi è nato tra gli anni ‘80 e ‘90 ha vissuto un’epoca strana, piena di oggetti improbabili, rumori fastidiosi e tecnologie primitive. Eppure ci sentiamo fortunati: abbiamo visto nascere Internet, abbiamo vissuto la TV generalista, abbiamo usato il telefono fisso e poi i cellulari, per arrivare ai nostri inseparabili smartphone. Siamo una generazione che ha visto cambiare il mondo e che ora vive nell’eterna nostalgia dei mitici anni ‘90.
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