Con 1917 il premio Oscar® Sam Mendes torna a dirigere un film a distanza di quattro anni da Spectre e lo fa portando in scena un’opera di pregiata qualità e di grande cinema.

Già protagonista di quest’edizione dei Golden Globe, dove si è portato a casa i premi per Miglior film drammaticoMiglior regia, il film di Mendes è pronto per sorprendere, con alte probabilità, anche agli Oscar 2020, avendo conquistato ben 10 nomination nelle varie categorie.

In 1917 il regista inglese catapulta il pubblico nel pericolo e nella vastità della Prima Guerra Mondiale, mescolando una storia di fantasia a fatti reali. Affascinato dai racconti di suo nonno, Mendes ha svolto ricerche per reperire fatti e resoconti di quel periodo storico, nel quale sono emersi vari atti eroici di cui hanno dato prova i soldati al fronte. 




Sinossi

Nel 1917, all’apice della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici stanziati nel nord della Francia vengono incaricati di consegnare un dispaccio che avverte di un imminente attacco a sorpresa dell’esercito tedesco ritiratosi oltre la Linea Hindenburg. Per salvare le vite di oltre 1600 commilitoni, tra cui il fratello di uno di loro, i due cominciano una solitaria corsa contro il tempo attraverso il fronte occidentale, avventurandosi in un territorio nemico irto di pericoli.

Un’esperienza totalmente immersiva con un unico piano sequenza

Oltre all’epicità del viaggio raccontato, volto ad esprimere il coraggio di un’intera generazione che ha subito le atrocità della Guerra, 1917 spicca prevalentemente per la sua sofisticata ideologia di montaggio e fotografia. Mendes infatti ha deciso di catturare la storia in tempo reale con un’unica ripresa continuativa, effettuando un complesso lavoro di piano sequenza. Non essendoci tagli tra le scene, gli spettatori sperimenteranno la vicenda proprio come la vivono i due protagonisti, Schofield e Blake. Questa realizzazione permette un’esperienza totalmente viscerale e immersiva nel racconto, creando sia una connessione emotiva con quello che stanno vivendo i due protagonisti sia una presa di coscienza della distanza percorsa e di ciò che è stata la celebre ‘guerra di trincea’ . 

Ovviamente il film non è stato girato interamente in un’unica ripresa, ma attraverso una serie di riprese lunghe e ininterrotte che sono state successivamente collegate tra loro in modo da sembrare un tutt’uno. Le scene sono state collegate attraverso un montaggio invisibile, frutto di un minuzioso coordinamento tra regista, tecnici dietro la macchina da presa, attori e assistenti (in fondo all’articolo potete trovare un interessante video del dietro le quinte).




Un piano tecnico troppo superiore a quello emotivo?

Se si rimane sbalorditi dall’eccezionale effetto visivo che ti fa vivere la presa diretta e reale del racconto, un po’ meno si può dire sul piano emotivo. Il film pecca (e qui entra in gioco un parere assolutamente soggettivo) di discontinuità da quel punto di vista e non riesce a far rimanere alto e costante il livello di attaccamento affettivo. Forse perché a tratti si è cercato di esprimere un eroismo fin troppo marcato o forse perché manca un dialogo che rimane impresso più del dovuto, ma a fine visione la pelle d’oca è sembrata lontana e magari in un film con questa tematica ti aspetti un risultato un po’ più intenso. 

In ogni caso 1917 rimane una grande opera cinematografica, emozionante e incisiva sotto molti aspetti, di cui elogiamo soprattutto i due attori protagonisti, regia, montaggio e fotografia. 

Nelle sale italiane a partire dal 23 gennaio.