Mauro Repetto tra pochi giorni debutterà a teatro con il suo nuovo spettacolo. Ecco un estratto di un’intervista rilasciata a Libero per l’occasione:

E lei, inseguendo il suo sogno, scegliendo di non firmare pur avendo scritto quel capolavoro che è Gli anni realmente da cosa fuggiva?

«Avevo una sirena in tutti i sensi. Sia sirena come chimera, ma anche un allarme nucleare che urlava dentro di me. Quando scrivevamo Gli anni pensavo a come andare a Parigi il giorno dopo alla Fashion Week a conoscere Brandy. Quindi era finita. Sapevo che era una canzone bellissima, ma con la testa volevo un’altra storia, “un altro posto e un altro bar…” e la mia onestà intellettuale mi impediva di stare lì.

883, Repetto sui balletti: “Mi preparavo studiando a memoria quelli di Janet Jackson ma poi mi dimenticavo tutti i passi”

“Ciò non significava però fuggire. Non fuggivo, mi inseguivo… Cercando quello che nemmeno sapevo bene cosa fosse, come cantavamo in NordSudOvestEst. Forse io cercavo il sogno americano e questa ragazza che avevo visto sulle pagine dei giornali di moda”.