In una lunga intervista a 7, l’inserto del Corriere, Fabio Fazio, da uomo di tv fa un’analisi di quello che è oggi il piccolo schermo, su cosa ha da offrire, disegnandone un quadro nient’affatto positivo
“Penso che non sia niente. Non conosco nessuno con meno di 50 anni che abbia detto: stasera sto a casa a vedere questo o quel programma. Quando hai finito di girare per i canali sei a letto e non hai visto niente. Il problema è che non si avverte l’esigenza di usare la televisione come un mezzo di racconto. La grande distinzione che c’è fra allora e oggi è che quando facevi una cosa doveva avere un senso. Oggi quel senso lì è completamente svanito. Non c’è un senso, perché un senso non è nemmeno richiesto”.
Uno dei motivi per cui, probabilmente, il suo programma continua ad avere successo è proprio l’artigianalità:
“Ci saranno cose belle e brutte, ma sono il frutto della creatività e del lavoro di più persone che, partendo da un’idea, iniziano a costruire un programma”
A questo proposito, poi, non manca un commento sul suo sfratto dalla Rai, dopo oltre 40 anni di carriera, ciò che più lo ha fatto dispiacere:
“È un’assoluta acquiescenza nei confronti di un desiderio meschino. Togliere qualcuno di torno”.
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