Alberto Camerini, il famoso artista che negli anni ottanta ha dato il via ad una nuova corrente punk con canzoni indimenticabili come “Rock’n roll Robot“, si è lasciato intervistare da Rollingstone.itripercorrendo un po’ la sua carriera.

Racconta così Alberto:

Ero bravo a suonare la chitarra, ma un po’ tonto. Avevo una Guild Thunderbird buona per fare il country, comprata di seconda mano a New York nel ’68, con metà dei soldi che mi aveva dato mio padre, spesi al secondo giorno di vacanza. Ce l’ho ancora oggi, mi ha rovinato la vita: sono tuttora un prigioniero del rock’n’roll. Ho iniziato a fare il chitarrista di sala di incisione alla Ariston nel 1970, fino al ’75. Ho fatto le basi per Rocchi, Ornella Vanoni, Patty Pravo, l’Equipe 84. Non mi sono laureato: il rock’n’roll me l’ha impedito. Ho frequentato prima architettura, poi filosofia, l’anno dopo lettere moderne. E alla fine ho deciso che avrei guadagnato soldi suonando la chitarra, così ho mollato l’università.

Poi parlando del suo personaggio, “Arlecchino“:

Arlecchino è arrivato perché avevo raggiunto l’amarissima consapevolezza di non essere un sex symbol. A differenza di Finardi, che era una specie di Marlon Brando, io mi sentivo più un Benigni. Arlecchino è la spalla, quello perdente, che non punta al cuore, ma alla pancia. Le canzoni sul mangiare mi piacevano molto come veicolo poetico perché avendo studiato autori contemporanei come Nanni Balestrini o William Borroughs mi piaceva la poesia astratta, e allora ecco “banana-fragola-limone-arcobaleno-zabaione” di Gelato metropolitano.

Parlando poi di Rock ‘n’ Roll Robot:

Mi ero comprato la guitar synth. E ho fatto il provino di Rock ‘n’ Roll Robot suonando il basso con il sintetizzatore nel guitar synth Roland, gli archi nel guitar synth e la batteria elettronica, tutto registrato con il Solton 4 piste, seduto al tavolino in via Muratori 46 barra 8. Le versioni pubblicate di Rock ‘n’ Roll Robot e Tanz Bambolina erano identiche al mio provino. Prima o dopo, è difficile dirlo, in quel momento eravamo un po’ tutti lì. Tra l’81 e l’82 c’erano Joe Jackson, Elvis Costello… In quel periodo dettavano legge i Ramones, ma loro non avevano il sintetizzatore. Quando ho avuto successo ero veramente come David Bowie (citato da Alberto in Fanatico di Rock ‘n’ Roll con ‘i cani di diamante’).”

Continua così Camerini:

Assolutamente non mi aspettavo tutto quel successo. Quando è uscita Rock ‘n’ Roll Robot era il maggio dell’81, l’anno in cui è nata la mia prima figlia, Valentina. Avevo in banca 300 mila lire, una Ford Fiesta scassata e mi ero sposato da poco con una groupie di Raffaella Carrà. A luglio ero in tutte le Top 10, una grande soddisfazione. A quel punto sono diventato il sex symbol delle verginelle. Mi scrivevano le bambine, che venivano ai concerti accompagnate dai genitori e avevano crisi isteriche come le teenager ai tempi dei Beatles. Piangevano e non mi lanciavano i reggiseni, ma le bamboline, i pupazzetti. La mia attuale moglie, Silvia, mi ha conosciuto quando lei aveva 11 o 12 anni: mi ha visto in televisione e ha cominciato a scrivermi le letterine d’amore.

E parlando dell’attualità:

Mi piace Achille Lauro, è molto bravo, lui è un po’ come Camerini, cambia stile da un disco all’altro. Mi piace Ghali, tutti quelli con i costumi forti, che sono passati dall’Adidas e dalla cocaina machista all’essere poeti visionari. Mi piace Fedez, anche se non mi piacciono i tatuaggi. E mi piace moltissimo Baby K.”

L’intervista completa su Rollingstone.it