Arriva finalmente nei cinema il tanto atteso 2° capitolo di Animali Fantastici, spin-off della saga di Harry Potter, diretto ancora da David Yates su un soggetto di J.K. Rowling.

A differenza del primo film, ambientato a New York, la location de I Crimini di Grindelwald si sposta ora a Parigi, dove il potente e oscuro mago Grindelwald (Johnny Depp) ha deciso di seminare la sua parola, cercando di portare dalla sua parte più maghi possibile. In quest’opera di convincimento figura il giovane e confuso Credence (Ezra Miller), desideroso di scoprire cose del suo passato e del suo albero genealogico. Nella capitale francese arriveranno anche Tina, QueenieJacob e Newt Scamander, reduci dalle rocambolesche avventure di New York. Proprio quest’ultimo viene privatamente incaricato dal suo ex professore di Hogwarts, Albus Silente (Jude Law), con l’obiettivo di contrastare le intenzioni di Grindelwald. In un mondo magico sempre più minaccioso e diviso, l’amore e la lealtà verranno messi a dura prova anche tra gli amici più stretti e in famiglia…

Un sequel confusionario, dall’intreccio complicato 

Partiamo dalle cose negative di questo secondo capitolo, che ci ha lasciati un leggero grado di insoddisfazione dovuto a diversi fattori. In primis, ciò che sembra pesare maggiormente è l’eccessivo numero di personaggi, storyline e intrecci messi in atto. C’è troppa confusione, con una focalizzazione generale e approssimativa che non rende protagonista nessuno e rende contorta tutta la narrazione. Mettici le aspirazioni Grindelwald, il suo legame con Silente, la storia di Credence (con l’affiancamento di Nagini), quella di Queenie e Jacob, Queenie e Tina, Tina e Newt, Newt e Leta Lestrange, Newt e le sue creature, Newt e il fratello, il fratello e Leta ed ecco che si crea un calderone di roba.

J.K.Rowling dimostra ancora una volta la sua maestria nel tessere delle storie interessanti, spargendo indizi e supposizioni che creano tanta curiosità, solo che l’averle gettate tutte insieme in un unico film non ha affatto giovato, anzi, fa emergere I Crimini di Grindelwald in maniera claustrofobica. 

Bene il Grindelwald di Depp e il Silente di Law, ombra sul Newt di Redmayne

Passando, invece, alle cose positive dobbiamo soffermarci su alcuni nuovi personaggi, dove spicca il Grindelwald di Johnny Depp. Erano anni che l’attore non emergeva così bene in un suo personaggio: un ‘villain’ carismatico e dotato di forte presenza, che incute timore con la sua calma e il suo sguardo. Bene anche il giovane Albus Silente di Jude Law, intrigante e criptico. Chi, invece, è stato messo alquanto in ombra dalla sceneggiatura di questo secondo capitolo è Eddie Redmayne. Colui che dovrebbe essere l’eroico protagonista non decolla, non compie azioni importanti, né si evolve psicologicamente, ma sembra fare solo presenza con i suoi valori umani e le sue abilità da addomesticatore di creature fantastiche. Il legame con le creature si riconferma il suo unico punto di forza e ringraziamo i tecnici degli effetti speciali per averci regalato ancora più Snasi e Asticelli.

Piccolo appunto sui colori e sullo stile del film: la fotografia cupa e nebbiosa, i movimenti e gli abiti dei personaggi ricordano molto le spy story britanniche degli anni trenta-quaranta. Forse si poteva sfruttare un po’ di più il paesaggio parigino, visibile solo grazie a qualche café e inquadrature di tetti e piazzette.

In conclusione, analizzando gli aspetti finora citati, siamo portati ad affermare che I Crimini di Grindelwald non è una brutta pellicola, ha delle cose positive, ma si presta ad essere un film di passaggio, che getta carne al fuoco per i prossimi seguiti.