Da quando è tornata libera, Britney Spears non ha nessuna intenzione di stare zitta e di tacere dettagli della sua vita prima e durante la conservatorship. Dopo essersi scagliata contro il padre e la sorella, è il momento di accusare la sua ex società di gestione aziendale, la Tri Star Sports & Entertainment. La popstar ha rilasciato pesanti dichiarazioni sui social sul conto dei suoi ex manager, Lou Taylor e Robin Greenhill, che avrebbero provato ad ucciderla nel 2008:

“Mi hanno fatto sentire speciale… per poi uccidermi una settimana dopo! Mio padre adorava quelle donne e avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avessero chiesto! Penso che stessero cercando di uccidermi. Ancora oggi credo che sia ESATTAMENTE quello che stavano cercando di fare, ma non c’era niente di sbagliato in me e non sono morta!”

La Spears, che è stata liberata dalla sua tutela lo scorso novembre, ha aggiunto:

“Nessun altro avrebbe vissuto quello che hanno fatto a me. Farò causa alla Tri Star. L’hanno fatta franca e sono qui per avvertirli ogni giorno della mia preziosa vita!”

I social sono il terreno su cui si stanno compiendo le mosse iniziali di questa nuova battaglia e in difesa della Spears, che ha poi rimosso il contenuto, è scesa in campo anche la sua stylist di allora, Tish Yates. La donna ha confermato la versione di Britney facendo il nome dei due manager e si è detta molto orgogliosa di come la cantante abbia ripreso in mano la sua vita. Intanto l’azienda ha negato le accuse della Spears: “Queste affermazioni sono completamente false, oltre che altamente offensive, dannose e inaccettabili”, ha detto Charles Harder in una dichiarazione a “Rolling Stone”.