Il film

L’Allenatore nel Pallone è un film che ogni tifoso, appassionato di calcio, e ogni amante della commedia all’Italiana non può non aver visto e adorato. Lino Banfi con il suo Oronzo Canà ed il modulo a farfalla 5-5-5 ha fatto la storia del nostro cinema. Un film che unisce il calcio alla commedia  non poteva che essere un cult qui in Italia.

La trama

Oronzo Canà, allenatore disoccupato, viene ingaggiato dalla squadra di calcio Longobarda, neopromossa in serie A, il cui presidente – un piccolo industriale del nord – è tradito dalla moglie con il giovane e prestante centravanti della squadra, Speroni. La campagna acquisti, maldestramente condotta dal presidente, è un disastro: pertanto Canà va in Brasile con il sedicente mediatore Andrea il quale, con l’aiuto dell’amico Gigi, tenta di truffarlo. La truffa va male, e solo per un caso Canà torna, dopo alcune disavventure, in Italia con una giovane promessa del calcio: Aristoteles. Grazie a questi la squadra è tra le prime in classifica.

Aristoteles

Ve lo ricordate Aristoteles, che ballava insieme a Lino Banfi e portava la squadra alla salvezza? Che fine ha fatto l’attore?

Urs

Urs Althaus è un attore, imprenditore, modello ed ex-calciatore svizzero, principalmente conosciuto in Italia per il film.

Nato ad Herrliberg, nel Canton Zurigo, da padre nigeriano, che egli non conobbe mai, e da madre svizzera, Althaus è diplomato in gestione aziendale. Nel periodo degli studi ha giocato per due stagioni come professionista nella squadra di calcio del FC Zurigo, dovendo però abbandonare lo sport a causa di un infortunio ad un braccio. Nel 1977 è stato il primo uomo di colore a posare sulla copertina del mensile americano GQ, ha posato come modello per molti stilisti famosi come Dior, Calvin Klein, Valentino, Armani, Kenzo, Yves Saint Laurent, ed è apparso nelle più importanti riviste di moda. Nel 1978 è fondatore di una delle più importanti agenzie di modelli in campo internazionale, la Xtazy Ltd . Successivamente, insieme a Gary Gatys, ha fondato la casa di moda Gary Gatys Ltd.

Nel film “Il nome della rosa”

A New York conosce Lina Wertmüller che gli offre un ruolo in un suo film da girare a Roma, dal titolo “Miracoli e peccati di Santa Tieta D’Agreste” nel cui cast compariva anche Sophia Loren. A causa dell’improvviso fallimento del Banco Ambrosiano il film non vide mai la luce. Dopo questa esperienza negativa, inizia assiduamente a studiare recitazione con Dominique de Fazio dell’Actor’s Studio e con Mira Rostova. In questo periodo ottiene qualche piccola parte in alcuni film, tra cui un breve ruolo nel film culto Lo squartatore di New York di Lucio Fulci, nel quale si produce in una scena erotica con Zora Kerowa. Partecipa a film di guerra come Warbus di Ferdinando Baldi (nel ruolo di uno dei soldati americani che scortano il bus) e il postatomico I predatori dell’anno Omega (in cui interpreta l’insolito ruolo di un mercenario di colore in uniforme nazista).

Dopo L’Allenatore nel pallone

Nello stesso anno della commedia con Banfi, sempre in Italia, prende parte ad Arrapaho, film commedia di Ciro Ippolito ispirato all’album omonimo degli Squallor, nel ruolo del protagonista. Nel 1986 recita nel ruolo di Venanzio ne Il nome della rosa.

Tra il 1992 ed il 2000 si dedica ad attività extracinematografiche (è co-proprietario di un’azienda a Altdorf) e passa molto tempo in montagna. Nel 2001 ritorna a Roma per recitare nella serie TV Il commissario, poi torna a lavorare al fianco di Lino Banfi nella fortunata serie TV Un medico in famiglia e infine nel 2008 veste nuovamente i panni di Aristoteles in un breve cameo nel sequel L’allenatore nel pallone 2.

Oggi

Nell’ottobre del 2009 pubblica una autobiografia, tradotta in italiano con il titolo Io, Aristoteles, il Negro svizzero, nella quale narra gli alti e i bassi della sua vita, uscita qui in Italia da poco. E come ha raccontato lui stesso in un’intervista, ha parlato anche dell’ultima sfida: “Un anno fa ho sconfitto il cancro. Ho temuto di morire, ma sono stato fortunato. Un altro regalo di Dio. Prima di operarmi, il dottore mi ha chiesto se fossi l’Aristoteles del film”