Lʼuomo, 61 anni, ha rivissuto i drammatici momenti dellʼintervento dopo il disastro e in lui è cresciuta lʼamarezza per il mancato riconoscimento da parte dello Stato, che non gli ha mai concesso una casa popolare.




Uno dei “liquidatori” di Chernobyl, gli eroi che lavorarono per mettere in sicurezza il reattore 4 dopo l’esplosione del 26 aprile 1986 e che sono diventati i protagonisti della serie tv trasmessa in tutto il mondo, si è suicidato proprio dopo aver rivissuto il dramma guardando la fiction. A raccontarlo è Gaukhar Zhusupov, la figlia 25enne di Nagashibay Zhusupov: secondo gli amici l’uomo “si è sentito ingannato” dal governo.




A raccontare la morte dell’uomo è il ‘Daily Mail’, che ha parlato con la figlia 25enne. Ed è proprio quest’ultima a ipotizzare che la decisione di togliersi la vita sia giunta perché la fiction televisiva avrebbe riacceso in lui la rabbia per le umiliazioni subite. A Nagashibay Zhusupov, infatti, era stato negato l’alloggio popolare che invece era stato dato agli altri veterani, così insieme alla famiglia era stato costretto a stabilirsi nella stanza di un dormitorio, troppo piccola per lui, la moglie e i 5 figli.

Lo scorso giugno l’uomo si è buttato giù dal quinto piano di un edificio ad Aktobe in Kazakistan e la figlia Gaukhar è convinta che il gesto sia stato volontario, maturato dopo la visione della serie tv “con le lacrime agli occhi”. 

Secondo quanto riferisce ancora il ‘Daily Mail’ (che pubblica anche le foto dell’uomo), anche il presidente dell’associazione che riunisce i liquidatori di Chernobyl, Bakitzhan Satov, è convinto che Zhusupov si sia suicidato.




“Per anni ha combattuto per vie legali per ottenere un appartamento. L’ultima volta che l’ho visto, era molto rammaricato”. Insomma la serie avrebbe risvegliato in lui ricordi molto dolorosi per l’enorme sacrificio fatto e l’umiliazione della mancata assegnazione dell’alloggio. “Credo – conclude Satov – si sia buttato giù per la disperazione di non avere mai ottenuto quell’appartamento.