Detenuto in attesa di giudizio è un film del 1971 diretto da Nanni Loy e interpretato da Alberto Sordi, in una delle sue rare interpretazioni drammatiche.

TRAMA

Il geometra romano Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia, sposato e stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia. Alla frontiera italiana l’uomo viene arrestato senza alcuna spiegazione. Tradotto in un carcere a Milano, solo dopo tre giorni apprende di essere accusato di “omicidio colposo preterintenzionale” di un cittadino tedesco. Convinto che si tratti di un equivoco, viene trasferito di carcere in carcere: prima a Regina Coeli, poi nella località immaginaria di Sagunto, nei pressi di Salerno, dov’è internato in una cella di isolamento perché, avendo risieduto all’estero, vi sarebbe il pericolo di fuga.

BANFI SU SORDI: “NON ERA AVARO”

In una recente intervista Lino Banfi ha ricordato il film:

Sordi com’era?

«Giravamo “Detenuto in attesa di giudizio”, dovevamo fare tardi per i primi piani, e io avevo il compleanno di mia figlia Rosanna. Gli chiesi se potevo farli prima io. Alberto mi diede un buffetto affettuoso e mi disse: “Beato te, che c’hai una bella famiglia”. Andai al suo funerale, un ammiratore in lacrime mi disse: “Lino, ce saremo pure pe’ te”. Ma vaff…».

Detenuto in attesa di giudizio - Wikipedia

Dicono fosse avaro.

«Non è vero. Sordi non era avaro; Sordi aveva il senso dell’importanza del denaro, che è una cosa del tutto diversa. Se noi davamo cento lire al mendicante, lui gliene dava mille. Se noi davamo mille lire di mancia al portiere d’albergo, lui gliene dava diecimila. Una volta gli chiesi: perché lo fai? E lui: perché io so’ Alberto Sordi, e da me s’aspettano questo».

fonte CORRIERE