Il grande pubblico lo conosce come Gus Portokalos, il padre della protagonista del film “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, ma la carriera di Michael Constantine era iniziata ben prima del 2002, quando quel film che sbancò il botteghino. Constantine è morto a 94 anni, dopo una vita trascorsa nel mondo del cinema e della tv, passata da Reading, città della Pennsylvania in cui era nato da una coppia di immigrati greci, ai palcoscenici di tutto il mondo.

La morte è avvenuta il 31 agosto, ma è stata comunicata solo in queste ore. A confermare la triste notizia è stata la sua agente Julia Buchwald. Il cognato di Constantine, Michael Gordon, ha detto che l’attore è morto pacificamente per cause naturali nella sua casa di Reading, circondato dalla famiglia, comprese le sue sorelle, Patricia Gordon e Chris Dobbs. Constantine era malato da diversi anni.

La carriera di Michael Constantine è iniziata nel 1959 con il film “Le otto celle della morte”. Da lì, sono seguiti numerosi altri film come “Rapporto a quattro” di George Cukor. “Come ti dirotto il jet” di Howard Morris, “Il viaggio dei dannati” di Stuart Rosenberg, “Il giurato” di Brian Gibson e “L’occhio del male” di Tom Hollande oltre alla partecipazione a serie televisive di successo come “Ai confini della realtà”, “Room 222”, “Ellery Queen” e “MacGyver”. È stato però il personaggio di Gus, però, a consacrarlo al grande pubblico. Nia Vardalos, sua collega, ha scritto su Twitter un commosso ricordo del collega:

“Michael Constantine, il papà della nostra famiglia-cast, è stato un regalo per la parola scritta e sempre un amico. Recitare con lui è arrivato con un impeto di amore e divertimento. Farò tesoro di quest’uomo che ha dato vita a Gus. Ci ha regalato tante risate e ora si merita riposo. Ti amiamo Michael”.