A partire dal 31 maggio Ezio Greggio riprenderà le vesti di direttore del Montecarlo Film Festival de la Comédie, una kermesse nata per omaggiare la commedia e allietare il pubblico provato dalla pandemia. Il noto attore e conduttore è stato intervistato da Liberoquotidiano dove ha avuto modo di dire la sua su diverse tematiche, tra cui la questione delle quote rosa all’interno di un festival, del politicamente corretto e delle recenti polemiche che hanno accompagnato un determinato tipo di satira come quella di Pio e Amedeo. 

Alla domanda sulle quote rosa all’interno del Festival, dice:

«Io me ne fotto del numero di registe donna o delle quote rosa nei Festival. Se un film è terribile, non lo seleziono: non c’è regista che tenga! La scelta deve essere di merito, non politica. Tra l’altro, ragionando in questo modo, a Montecarlo abbiamo sempre avuto delle donne in concorso e vincitrici. L’anno scorso, per dire, in giuria l’unico uomo era il presidente e veniva sempre messo sotto dalle giurate».

Per quanto riguarda le polemiche su Striscia dovute alla gag sui cinesi ad opera di Michelle Hunziker e Gerry Scotti:

«Questa polemica è una delle più grosse cazz*** che ho visto in vita mia. Suvvia, stiamo parlando di una battuta sugli occhi a mandorla! Ormai siamo a un livello di censura che manco negli anni ’20… Ho molti amici cinesi, persone fantastiche e ironiche, che non si sono affatto offesi. Anzi, uno di loro scherzando mi ha detto: “Ma se allora sentissero le battute che facciamo noi sugli italiani, ci caccerebbero dal Paese…».

C’è chi distingue tra satira buona, alla Checco Zalone, e satira cattiva, alla Pio e Amedeo: si possono fare davvero dei distinguo?

«Onestamente io sono a favore di entrambi. Certo, a mio gusto personale, talvolta Pio e Amedeo eccedono in volgarità ma dietro le loro parole c’è sempre un pensiero. Le loro sono battute, non offese. Comunque mi spiace per i censori ma ce ne vorrà prima di imbavagliare i comici: esistono leggi che tutelano, giustamente, la satira e la libertà di espressione».

In questo clima, oggi potrebbe ancora esistere la commedia sexy?

«No, ma non per colpa delle femministe: semplicemente, non conviene più farla visto che su Internet c’è già di tutto di più».