Fuga di mezzanotte è un film del 1978 diretto da Alan Parker, scritto da Oliver Stone e tratto (in parte) dall’autobiografia di Billy Hayes, incarcerato per anni nelle carceri di Sagmalcilar in Turchia. Il 6 ottobre del 1970 Billy, interpretato nel film da Brad Davis, viene arrestato ad Istanbul, dove si trovava in vacanza con la fidanzata, per detenzione di 2kg di hashish. Portato nelle terribili carceri turche, dopo essere stato condannato a trent’anni di detenzione, si ritrova a subire terribili supplizi da parte delle guardie con l’unica speranza di riuscire un giorno a fuggire.

Prodotto da Alan Marshall e David Puttnam, il film venne acclamato per le sue scene di forte realismo e di notevole impatto emotivo, distinguendosi da subito come uno dei thriller più notevoli degli anni settanta e consacrando il talento registico di Parker. Venne presentato in concorso al 31º Festival di Cannes e ricevette sei candidature ai Premi Oscar 1979, aggiudicandosi due statuette per la sceneggiatura di Stone e la colonna sonora di Giorgio Moroder.

Le critiche e le polemiche con la Turchia

Il film si rivelò un buon successo e ottenne critiche positive sin dalla proiezione al festival di Cannes nel maggio del 1978. Non mancarono però le contestazioni: poco dopo la proiezione a Cannes, una dichiarazione di protesta fu rilasciata in tutto il mondo dal ministero turco, con l’intento di vietare la visione del film negli altri paesi.

Malgrado il successo ottenuto, le critiche positive e gli elogi, il film suscitò controversie e polemiche riguardanti la rappresentazione delle guardie turche e il trattamento nella prigione, molto differente da come veniva presentato nel libro. La scrittrice statunitense Mary Lee Settle, ad esempio scrisse nel suo libro Riflessioni turche che i turchi di Fuga di mezzanotte erano rappresentati come delle caricature, rispetto alle persone che aveva realmente conosciuto. Il critico David Denby, sulla rivista New York criticò fortemente il film e lo descrisse come una pellicola anti-turca che dipinge i turchi – guardie e prigionieri – come perdenti, degenerati, zotici e stupidi. Lo stesso disse il critico Andrew Sarris, affermando che i turchi erano stati rappresentati in modo brutale e perverso.

Nel 1986 Alan Parker dichiarò: «Sono rimasto scioccato quando la gente ha detto che era anti-turco. Non avevamo in mente di fare un film razzista, pensavamo solo di fare un film sull’ingiustizia. Ci sono cose che cambierei ora, cose che farei con una maturità intellettuale o politica che non credo di aver avuto allora.

Le differenze con il vero Billy Hayes

Il vero Billy Hayes restò deluso dal film, sia per come vennero raffigurati i turchi sia per alcune scelte di sceneggiatura, completamente cambiate rispetto a quanto successo realmente. Tra queste, è completamente diversa la parte finale della fuga dal carcere: in realtà il capo delle guardie Hamidou non viene ucciso da Hayes, ma viene assassinato nel 1973 al di fuori del carcere, da un ex detenuto, che gli sparò ben otto volte. In seguito all’accaduto il protagonista venne spostato in un’altra prigione (l’isola-prigione di İmralı) dalla quale scappa per mare, in piena notte durante una tempesta, inizialmente su una barca a remi e successivamente a nuoto, attraversando il fiume Maritsa fino ad arrivare in Grecia, dopo aver attraversato inconsapevolmente un campo minato.
La fuga risale a dopo il 1974, anno di inizio del conflitto tra Grecia e Turchia, dopo l’invasione turca dell’isola di Cipro. Il libro riporta l’arresto di Hayes da parte delle autorità greche che lo ritengono un cittadino turco, prima della definitiva liberazione. Dopo aver visto il film in una sala di New York Alan Parker chiese a Hayes cosa ne pensasse, rispose: «Mi è piaciuto il film, ma mi manca la mia barca a remi. Che cos’è successo alla fuga?».

Il ritorno in Turchia

Dopo essere evaso di prigione, Billy Hayes è rimasto un ricercato in Turchia. Tornato negli Stati Uniti, venne inserito in una lista turca di sospetti terroristi e ricercato dall’Interpol. La rappresentazione della Turchia e dei suoi cittadini nel film lo ha reso a tutti gli effetti un nemico pubblico nel Paese, questione sulla quale Hayes si scagliò. Proprio Hayes, che dichiarò di nutrire grande affetto per la Turchia (fatta eccezione per gli anni passati in carcere), tornò a Istanbul nel 2007, a distanza di 30 anni dall’accaduto, su invito della polizia turca per confessare che la pellicola era “esagerata” e manichea, e si scusò con i turchi per tutti i problemi che il film aveva causato, come il calo di turismo nel paese, affermando poi che molte delle cose viste nella pellicola, in realtà non sono mai accadute.