Gabriele Muccino è stato intervistato da Corriere.it dove ha ripercorso la sua carriera e ha raccontato alcuni aneddoti. Una delle domande è stata sul rapporto con suo fratello Silvio. Ecco un estratto:

«Ecco fatto», poi «Come te nessuno mai», il successo con «L’Ultimo bacio».

«Fino a Come te nessuno mai ero visto ancora giovane promessa, guardato con attenzione e una sorta di affetto da Monicelli, Scola e Suso Cecchi, poi quel film rompe l’incanto. Come se avessi fatto troppo e troppo lontano da quello che loro riconoscevano come cinema italiano. Io cercavo il mio modo di farlo. È stato il film che ha scompaginato, scatenato gli animi. Non era chiaro che etichetta mettermi, non assomigliava a nulla. Questa incapacità di capire che tipo di cinema facessi è stato motivo per cui ho avuto molto successo e molti detrattori. Il film vinse il Sundance, è restato nelle sale per sei mesi, ha incassato 33 miliardi di lire in anni in cui andavano Pieraccioni e Aldo Giovanni e Giacomo».

Più dolorose le pagine su suo fratello Silvio.

«Non lo vedo dal 2007, dopo questo tempo si elabora una sorta di lutto, non ha voluto incontrare me, in nessuna occasione, i miei figli, i miei genitori, mia sorella, ma anche Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, ha fatto terra bruciata intorno a sé, lontano da tutti quelli che lo hanno amato. La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, a ognuno manca un fratello o figlio. Rimane inspiegabile, farà lui il bilancio della sua vita. A un certo punto ha fatto dichiarazioni su di me talmente gravi, descrivendomi come uomo violento. Sono state il napalm. Le carte giudiziarie dicono l’opposto, la vicenda si è chiusa con l’archiviazione. Nel libro ho voluto raccontare tutto, non mi faccio sconti come uomo e padre».

Ci sono stati altri contatti?

«In uno degli ultimi due film cercai di fare una mossa di una forza sovraumana, di azzerare tutto ripartendo almeno professionalmente da dove avevamo interrotto. Ho scritto un personaggio per lui. Ma non ne ha voluto sapere. Ti risponde con gli avvocati e allora basta così».

FONTE CORRIERE