Il film

3 dell’Operazione Drago (Enter the Dragon) uscì nel 1973, diretto da Robert Clouse. La pellicola, uscita in prima mondiale il 19 agosto 1973 al Graumann’s Chinese Theatre di Los Angeles, ha consacrato il protagonista, Bruce Lee, nell’Occidente. Nel 2004 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Questo film è l’ultimo che Lee riuscì a completare pur non riuscendo mai a vederlo; l’attore morì in circostanze misteriose il 20 luglio 1973, un mese prima dell’uscita americana della pellicola, in prima mondiale a Los Angeles il 19 agosto 1973; a Hong Kong uscirà in settembre generando malcontento poiché il pubblico locale non accettava che l’ultimo film di Lee fosse uscito prima in USA che in Asia (per di più Raymond Chow fece rialzare il biglietto di ingresso da 5 a 8 dollari di HK per l’occasione); fu il successo che il “piccolo drago di Hong Kong” cercava in Occidente e che lo avrebbe reso immortale; gli appassionati del genere lo considerano ancora oggi uno dei migliori mai realizzati, per la bravura di Lee non solo nelle sue scene, ma anche per la coreografia che egli curò di persona.

La trama

Lee, membro del Tempio Shaolin e maestro nelle arti marziali, viene reclutato da Braithwaite, un agente del servizio segreto inglese per indagare sui presunti traffici illeciti di uomini e droga di un certo Mr. Han: questi, ex membro del Tempio Shaolin, è ora corrotto e reietto, ed è un uomo ricco e potente che ogni tre anni organizza sulla propria isola un torneo di arti marziali. Lee parteciperà al torneo sotto copertura per indagare sui traffici dell’uomo e per vendicare la morte della sorella, suicidatasi tempo addietro per sfuggire allo stupro per mano di O’Hara, bodyguard dello stesso Han. Partecipano al torneo altri due contendenti americani, John Roper e Kelly Williams, due ex commilitoni che hanno combattuto assieme in Vietnam, il primo in fuga per aver contratto debiti di gioco con la mafia, e il secondo fuggito dagli States dopo aver aggredito due poliziotti razzisti.

Raggiunta l’isola, Han si introduce insieme a tutta la sua scuola, composta da numerosi allievi e guardie del corpo. Dopo la prima giornata di combattimenti, Han ordina a tutti i partecipanti di non lasciare le stanze. Lee si contatta con Mei Ling, agente sotto copertura, e si infiltra nella base sotterranea di Han in cerca di prove..

Bruce Lee sul set

Nella scena in cui Lee affronta lo sfregiato O’Harra, Lee venne incidentalmente ferito dai cocci di bottiglia branditi dall’avversario (il campione di Karate Bob Wall). L’incidente provocò ritardi e una momentanea tensione fra Lee e Wall. Non solo, Bruce fu anche morso dal cobra nella scena notturna, ma fortunatamente il rettile era stato deprivato delle ghiandole velenifere. Questo aneddoto lo conferma anche la vedova Lee nei contenuti speciali del Blu-ray, aggiungendo che così fortunatamente il marito ha potuto finire il film… che moglie premurosa.

In più vi diciamo che la primissima scena che Lee girò è quella in cui, arrivato sull’isola, prende possesso della sua stanza e chiede di vedere May Ling. Per alcuni giorni disertò il set con vari pretesti, per far pesare la sua importanza in un braccio di ferro con la produzione americana (ma anche con Raymond Chow, suo socio nell’impresa). Altre fonti dicono invece che Bruce disertò il set per ben due settimane a causa dello stress provocatogli dal fatto che il suo “sogno americano” si stesse concretizzando.

Quasi come nel film di Tarantino

Bruce Lee venne sfidato da un comparsa presente sul set, questa non credeva alle capacità atletiche dell’artista marziale e voleva a tutti i costi averne prova. Lee resistette per un po’ alle provocazioni, ma quando venne chiamato “tigre di carta” invitò il giovane ad avvicinarsi. Secondo quanto raccontato dall’attore Bolo Yeung, che nel film veste i panni del villain, Lee accettò e i due iniziarono a lottare sul posto: a quanto pare erano entrambi in grado di mettere a segno dei colpi, ma la star era troppo veloce per il suo avversario, e lo sconfisse eseguendo un calcio alto. Altri hanno poi riferito che, invece di licenziarlo, dopo il combattimento Lee lo rimandò semplicemente al lavoro. Inoltre qualcuno afferma che non si è trattato di un caso isolato, ma che Lee combatté con altre comparse sul set della pellicola. Dinamica simile ripresa poi da Tarantino nel suo “C’era una volta a Hollywood” ma con l’esito differente. 

007

Lo sceneggiatore Michael Allin aveva scritto un copione che plagiava un po’ il Dr. No di James Bond con Sean Connery, ed intitolò il film Blood & Steel. Successivamente la Warner Brothers reintitolò il film Han’s Island, ma Lee fece pressioni, in qualità di coproduttore della sua Concord Production Inc., affinché il titolo divenisse Enter the Dragon, che era stato a sua volta il titolo al quale Lee aveva pensato per il suo precedente The Way of the Dragon, noto in Italia come L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente, del 1972.