Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare ai nostri microfoni la grande attrice Francesca Ventura che ci ha raccontato molti aneddoti riguardanti la sua carriera tra cui sopratutto “I ragazzi della terza C” trasmessa da Italia 1 a partire dal 13 gennaio 1987 . Il programma era molto innovativo per la televisione di quel periodo, e il suo successo fu grande e inaspettato. È uno dei telefilm italiani che è stato replicato più volte sulle reti Mediaset.

LA SERIE

La serie tv, ambientata nell’Italia degli anni ottanta, racconta le vicende di una classe dell’immaginario liceo “Giacomo Leopardi” di Roma nel corso dell’anno scolastico. Anche se la classe è composta da una ventina di studenti la serie segue le vicende di una decina di essi, mentre gli altri sono delle semplici comparse. Oltre ai componenti della classe, la serie è animata da altri personaggi di contorno, in particolare da un paio di professori, dai genitori di alcuni alunni, dal barista nel cui locale i ragazzi si ritrovano, dal cartolaio di fiducia e dagli studenti della sezione F con cui sono in competizione.

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“A quel tempo non avevi il copione, non lo giravi con calma come adesso. Noi dovevamo uscire il martedì quindi più di una volta facevano 13-14 ore di set. Io non mi sono mai montata la testa, non perchè sono migliore degli altri ma perchè avevo già avuto molto successo a teatro e so che vuol dire. Volevo continuare la mia carriera teatrale e quando mi hanno detto che la serie era lunghissima quasi che non lo volevo fare, poi per fortuna qualcosa dentro di me si è mosso e l’ho accettato molto volentieri. Con i miei colleghi non è stato facile perchè lo stress era molto e all’inizio non c’erano molti soldi. Eravamo molto stanchi, è stato un impegno non indifferente, molto faticoso da un lato. ma dall’altro è stato bellissimo sopratutto nel corso degli anni perchè molte persone mi fermano ancora per strada per ringraziarmi e per un attore è molto bello sapere che hai dato gioia alle persone, che le hai fatte divertire, che ti considerano di famiglia. “