Il programma

Rischiatutto è stata una delle più famose e seguite trasmissioni della storia della tv italiana.

E’ stato un programma con ascolti incredibili – per la finalissima fu seguito da 32 milioni di telespettatori – ma, soprattutto, è una di quei programmi entrati nella cultura popolare, che – anche dopo mezzo secolo – ha lasciato aneddoti, personaggi e frasi che girano ancora oggi. Rischiatutto originale andò in onda per cinque stagioni. La prima puntata fu trasmessa il 5 febbraio 1970, l’ultima fu il 25 maggio 1974.

L
’idea alla base di Rischiatutto – oggi lo si chiamerebbe “format” – arrivò da Jeopardy!, il popolarissimo game show statunitense che nacque nel 1964 ed è trasmesso ancora oggi. “Jeopardy” significa pericolo, rischio, repentaglio: secondo quanto detto da Buongiorno proprio “Repentaglio” avrebbe dovuto essere il titolo del programma.

Le regole

Le semplici, ma geniali regole di Rischiatutto  – Nelle cinque stagioni di Rischiatutto cambiarono piccole cose, ma la struttura generale rimase sempre la stessa. A ogni puntata c’erano tre concorrenti: si iniziava con delle domande preliminari su argomenti scelti dai concorrenti, che si presentavano come esperti di particolari materie (un libro, una specie animale, una squadra di calcio).


Nel corso di una puntata nessuno veniva eliminato: la gara consisteva nell’accumulare un montepremi più alto di quello degli altri, per poi cercare di trasformarlo in una vera vincita nel finale. Dopo la prima fase c’era quella del piuttosto famoso “tabellone elettronico”: è quella in cui i concorrenti entravano nelle famose cabine. I concorrenti potevano scegliere un argomento o “materia” tra sei possibili, che cambiavano in ogni puntata. Le domande avevano anche un valore diverso: più alto era il premio più era difficile la domanda. Il tabellone elettronico serviva, tra le altre cose, a far vedere immagini o brevi video relativi alle domande. Funzionava però lentamente – ogni video andava in pratica caricato di volta in volta a seconda della casella scelta dal concorrente – ed è il motivo per cui il programma era registrato. Sul tabellone c’erano due tipi di caselle speciali: le caselle Jolly (se la si trovava si vincevano soldi senza dover rispondere a nessuna domanda) e le caselle Rischio, che permettevano ai giocatori di rischiare di vincere molto o, sbagliando, perdere tutto.

l gioco finiva con la fase del “raddoppio”, quella in cui i tre concorrenti – isolati nelle loro cabine – dovevano rispondere a domande multiple sulla materia di cui si erano detti esperti. Potevano scegliere fra tre buste, le famigerate: «la uno, la due o la tre». Ogni busta aveva domande diverse e per rispondere c’era un minuto di tempo. Se il concorrente le azzeccava tutte, raddoppiava il montepremi che aveva accumulato vincendo veri soldi; se sbagliava anche solo una domanda perdeva tutto. Chi chiudeva con più soldi tornava una settimana dopo come “campione”. Se tutti finivano a zero c’erano delle domande di spareggio: in quel caso nessuno vinceva niente ma c’era in gioco la possibilità di tornare per la puntata successiva. Tra le tante puntate ce ne furono di speciali, in cui i concorrenti erano persone famose.

Prima puntata

5 febbraio 1970: Mike Bongiorno conduce la prima puntata di Rischiatutto. Il regista e coautore del programma è Piero Turchetti, che divenne famoso grazie alla frase con cui Mike Bongiorno iniziava il programma: «Fiato alle trombe, Turchetti!».