A partire dal 18 aprile arriva nelle sale “Il Campione”, una storia di successo e solitudine, ambientata nel platinato mondo del calcio italiano. Scritto da Giulia Steigerwalt con la collaborazione di Antonella Lattanzi Leonardo D’Agostini (regista), il film è prodotto da Matteo Rovere (Veloce come il vento, Il primo re) e Sydney Sibilia (Smetto quando voglio).

Trama

Giovanissimo, pieno di talento, indisciplinato, ricchissimo e viziato. Christian Ferro (Andrea Carpenzano) è IL CAMPIONE, una rockstar del calcio tutta genio e sregolatezza, il nuovo idolo che ha addosso gli occhi dei tifosi di mezzo mondo, ma soprattutto quelli della sua squadra, la Roma.
Dall’altra parte troviamo Valerio (Stefano Accorsi), solitario e schivo, con problemi economici da gestire e un’ombra del passato che incombe sul presente; è lui il professore che viene assegnato al giovane goleador quando – dopo l’ennesima bravata – il presidente del club della Roma (Massimo Popolizio) decide che è arrivato il momento di impartirgli un po’ di disciplina attraverso una tappa fondamentale per un ragazzo della sua età, l’esame di maturità
I due, che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro, si troveranno legati a doppio filo, generando un legame che farà crescere e cambiare entrambi. 

Il calcio per raccontare i sentimenti

Negli ultimi tempi di film incentrati sullo sport e, in questo caso specifico sul calcio, non se ne vedono tanti in Italia, e già per questo “Il Campione” riesce ad attirare su di sé tanta curiosità dovuta ad un’aria di novità. L’esperimento – se vogliamo chiamarlo così – ha superato di gran lunga le aspettative, lasciandoci piacevolmente contenti di un prodotto ben realizzato e curato sotto tanti aspetti. Alle ‘menti’ del progetto citate nella prefazione facciamo un plauso per aver pensato e messo in atto un’operazione produttiva che manca e che serve al nostro cinema commerciale: mirata, capace di sfruttare la realtà del nostro paese (l’influenza del calcio in Italia parla chiaro), a tratti forse stereotipata ma abilissima nel non scadere nella banalità. Sì perché “Il Campione” non è un film solo da ‘pischelli’ da stadio, amanti del calcio, ma un film con dei sentimenti portati in superficie con delicato realismo e sensibilità. 

Accorsi una garanzia, Carpenzano una sorpresa

Se “Il Campione” è un film credibile, oltre ad una buona scrittura tanto merito va agli interpreti, in primis ad Andrea Carpenzano, il quale ci regala un interessante personaggio dalle molteplici sfaccettature. Senza il suo apporto, dato da una recitazione naturale, fatta anche di sguardi e di silenzi, Christian Ferro avrebbe potuto rischiare di cadere nello stereotipo del bad guy e basta, e invece così non è stato. Tra i due attori c’è sintonia, con un Accorsi che fa da giusta spalla senza mai surclassare. 

In conclusione, siamo ben contenti di affermare che Il Campione è un bel film di formazione, con una storia universale di caduta e risalita aperta ad ogni tipo di pubblico, anche quello femminile. Un bel regalo di Pasqua, inoltre, soprattutto ai tifosi della Roma, che tra Trigoria e l’Olimpico potranno gioire nel vedere i colori giallorossi sparsi di qua e di là. Non se ne vogliano i laziali!