In un’intervista rilasciata a “Vanity Fair”, Jason Priestley si concede un solo momento di malinconia, parlando del suo amico e collega Luke Perry, scomparso prematuramente 3 anni fa:

“Luke era un ragazzo straordinario, una di quelle persone che trova sempre il tempo per gli altri, con una spiccata sensibilità verso la disabilità. Se vedeva un fan in sedia a rotelle con un problema di qualche genere era il primo ad andargli incontro e abbracciarlo. Aveva un animo generoso e sempre attento a chi lo circondava”.

Parole piene di stima, a cui si aggiunge una sua personale riflessione sulla scomparsa dell’attore che ha condiviso con lui il set di Bervely Hills 90210:

“Per noi colleghi è stato un’ispirazione, un modello, e il pubblico lo sa, ha visto il suo cuore gigante. Per un certo periodo, poi, abitavamo in case vicinissime a Los Angeles e ci vedevamo spessissimo, il che ha reso la perdita ancora più sconcertante. Ecco perché la sua perdita è grande, non solo per la famiglia di Beverly Hills ma per il mondo. Di creature così speciali non ne nascono tante”.

Anche se non ama guardare al passato, Jason Priestley tornerebbe indietro nel tempo, per godere di alcuni anni:

“Visto che gli Anni Settanta li ho conosciuti e sono sopravvissuto agli Ottanta, se potessi farmi un viaggetto indietro nel tempo punterei sui Cinquanta o Sessanta, che sembrano piuttosto divertenti”.

Ed ammette di essersi sentito schiacciato dalla popolarità:

“Da giovane  provavo l’opprimente sensazione di essere solo un ingranaggio che veniva sfruttato, spremuto… un criceto sulla ruota, hai presente? Correvo per non essere schiacciato dalla ruota, finché non ho deciso di scendere. Non è durato poi tanto”.