Sessanta candeline oggi per Marco Giallini, attore molto amato dal pubblico italiano per la sua genuinità e romanità molto spiccata. Trentotto di questi anni Marco li ha passati a fare l’attore, dopo aver cominciato a lavorare come bibitaro e imbianchino per guadagnarsi da vivere. Oggi vanta sei candidature sia ai David di Donatello, sia ai Nastri d’argento, premio, quest’ultimo, vinto per tre volte per i film ACAB – All Cops Are BastardsTutta colpa di Freud e Perfetti sconosciuti.

Intervistato dall’AGI in occasione della nuova stagione di Rocco Schiavone, Giallini ha parlato così dell’età che avanza e dei suoi sessant’anni: “Non me ne frega niente, per me è come quando avevo 35 anni. Faccio la stessa ‘caciara’, dico le stesse cose, vado in motocicletta. Di solito invecchiando si dorme di meno, invece io dormo di più… faccio come Brad Pitt in ‘Benjamin Button’: dormo tanto, mi metto a letto e dormo”.

Ma almeno il compleanno, 60 anni tonti tondi, li festeggerà? “Il compleanno proprio non lo vedo… da quando avevo 18 anni. Eravamo in tre, mi ricordo: io, Walter e il ‘Banana’… Poi dopo non l’ho più festeggiato. I miei figli mi festeggiano”.

I due figli sono Rocco e Diego, avuti nel 1998 e nel 2005 dalla moglie Loredana, tragicamente scomparsa nel 2011 per un’emorragia cerebrale.

Insomma, Giallini a 60 anni si sente un ragazzino, ma si dice maturato professionalmente. Alla domanda su quanto sia cambiato rispetto ai suoi primi film degli anni ’90, risponde:

“Non direi che sono cambiato, forse sono diventato più consapevole. In età matura l’attore sta meno attento a guardarsi e pensa di più alle questioni tecniche. Io amo guardare come lavorano gli altri – aggiunge – voglio vedere cosa devo fare. Io penso che tutti possano fare il cinema, basta che abbiano un bell’aspetto. Ma poi bisogna vedere come lo fanno. Devi metterci il cuore e, se sei un bravo attore, credimi, si vede subito”.