L’attore Marco Giallini, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, parla delle sue cicatrici:

“Cinquantadue fratture in un colpo solo. Mi sogno a volte l’attimo che pinzo. Io vado forte. Nelle borgate, ci si giocavano anche i denari, andando a 200 o 240 all’ora”.

E poi prosegue, spiegando di essersi fatto male mentre rientrava a casa:

“No, correvo verso casa, sul bagnato. In moto so andare a un livello che pensavo di essere un dio, finché ti rendi conto che le cose possono accadere….”.

L’attore continua ricordando la moglie Loredana, scomparsa da circa dieci anni:

“…Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana”.

E poi aggiunge:

“Che ne so, il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: mamma mamma”.

Fonte: Corriere.it