“Maria Maddalena”  è un film biblico che racconta la storia di Maria (Rooney Mara), una giovane donna in cerca di una nuova vita. Forzata dalla società gerarchica del suo tempo, Maria sfida la sua famiglia per unirsi ad un nuovo movimento sociale guidato dal carismatico Gesù di Nazareth (Joaquin Phoenix). Trova presto un posto per sé nel movimento e nel cuore di un viaggio insieme agli Apostoli, che la porterà a Gerusalemme, dove assisterà alla crocifissione del Messia.

Diretto da Garth Davis (regista di Lion) e scritto da Helen Edmundson e Philippa Goslett, nel cast, oltre a Mara e Phoenix, ci sono Chiwetel Ejiofor nei panni dell’Apostolo Pietro e Tahar Rahim nei panni di Giuda.

La pellicola nasce con la volontà di raccontare e mostrare sotto una luce diversa Maria Maddalena, forse una delle più enigmatiche e incomprese figure spirituali della storia. Nella tradizione popolare, infatti, rimane viva l’identificazione di Maria Maddalena con una prostituta salvata da Gesù dalla lapidazione: l’accostamento tra Maria e l’adultera redenta risale in realtà al 591, quando il papa Gregorio Magno, basandosi su alcune tradizioni orientali, in un suo sermone identificò le due figure. Nella più comune accettazione, invece, Maria è una delle più importanti e devote discepole di Gesù, come si legge nelle narrazioni evangeliche. Fu, inoltre, tra le poche a poter assistere alla crocifissione e – secondo alcuni vangeli – divenne la prima testimone oculare e la prima annunciatrice dell’avvenuta resurrezione.

La pellicola di Davis cerca di mettere in primo piano la figura femminile: la Maria Maddalena di Rooney Mara è riflessiva, decisa a trovare la sua strada intima, in un certo senso ‘ribelle’ per l’epoca gerarchica e maschilista in cui viveva. Se il suo punto di vista non era stato quasi mai messo al centro dell’attenzione, più conosciuto invece è stato da sempre il punto di vista di Gesù di Nazareth, che comunque anche in questo film fa da co-protagonista. Sull’interpretazione di Joaquin Phoenix c’è stato un forte lavoro di introspezione, e si vede.

 I tempi del racconto della storia sono lenti, perché si vuole puntare sulla riflessività e interiorità, ma a tratti, ahimè, stimolano la sonnolenza. 

Da citare il fatto che il film è interamente girato in Italia, di preciso in Basilicata e a Napoli: il capoluogo partenopeo è stato fondamentale per la realizzazione delle scene più importanti: sono riconoscibili infatti Castel Sant’Elmo, la Galleria Borbonica e Piazza del Plebiscito, dove il colonnato della Basilica Reale Pontificia di San Francesco di Paola è stato trasformato nel tempio di Gerusalemme per una scena che ha richiesto la presenza di 400 comparse.