Max Biaggi, il centauro romano campione del mondo delle moto nelle categorie 125 e 250 è stato intervistato dal Corriere.it dove ha avuto modo di raccontare alcuni aneddoti sul passato e anche di rivelare alcuni progetti futuri. Un argomento di discussione è stata anche la rivalità con il suo collega Valentino Rossi. Ecco un piccolo estratto: 

La paura non arriva neanche dopo la prima caduta?

«No, ormai avevo due decenni di esperienza. La vicenda assurda è l’incidente del 2017, a 40 all’ora, un trauma serio. Dopo la prima operazione, al risveglio, intontito da farmaci e dolore, ricordo chiaramente che venne il primario. C’erano mamma e papà, il primario disse che, con quel tipo di trauma, l’80 per cento muore. Io non ho battuto ciglio, ero troppo frastornato per capire, ma guardai papà e mamma ed erano bianchi in viso, chi aveva una lacrima, chi la tratteneva. Io zero. Tant’è che chiesero al primario di rispiegarmelo».

Max Biaggi taglia corto su Valentino Rossi

E quando le ripetè che aveva il 20 per cento di possibilità di sopravvivere?

«Ho visto il film della mia vita passare in un lampo. Ho pensato a Schumacher: ha fatto una vita a 380 all’ora e poi è stato fregato da una caduta con gli sci. Poi, ho pensato a Nicky Hayden: era stato mio compagno di squadra e, venti giorni prima, era morto in bici. Ho visto una maledizione del campione. Mi sono chiesto: sono il prossimo? Lì mi sono reso conto che ero fatto di carne e ossa».

Sulla rivalità con Valentino Rossi

Per farsi beffe di lei, Valentino Rossi fece un giro al Mugello con la bambola gonfiabile di Claudia Schiffer. È stata una rivalità peggio che Coppi-Bartali, con lui che la sorpassa e le fa il dito medio, una mezza rissa a Barcellona 2001…

«Questa parte facciamola corta».

Invece fu lunga. Quando iniziò?

«La rivalità vera gli atleti ce l’hanno quando si confrontano nella stessa gara e categoria. Invece, io ero in 250, lui in 125 e i giornali ci ricamavano già su».

Quando Rossi esibisce la bambola a che punto siamo?

«Che io correvo in una categoria, lui in un’altra. Un conto è la rivalità creata dai giornali e un altro che l’alimenti in modo esponenziale».

FONTE CORRIERE