Il cantante Max Pezzali, nel corso di un’intervista al programma di Rai Radio2 ‘I Lunatici’, si racconta, parlando della popolarità e di come lo abbia aiutato con le donne:

“Ho fatto della collezione del due di picche un’arte, l’ho fatta arrivare a livello di arte moderna. Poi chiaramente passa il tempo, cambiano le abitudini, quando diventi padre la notte diventa un luogo diverso, in cui a parte la contingenza di questo momento, la notte è diventata il momento più tranquillo, si guarda la tv, si sta a casa, si dorme, è il segno dell’età che avanza”.

E parlando di donne, Max Pezzali afferma: 

“Le donne? Io credo che l’essere famosi, almeno nel mio caso, è stato un elemento di facilitazione. Nel 1993 sono uscito con ragazze alle quali oggettivamente non avrei mai potuto accedere. Io ero un tamarro, ero uno che poteva andar bene solo in determinate aree del mondo. Provincia milanese, parte della Lombardia, già a Milano città ero considerato un tamarro. Sicuramente la fama è un facilitatore, è più facile avvicinare qualcuno perché non sei giudicato solo in base a doti reali, ma anche a doti apparenti. Però dopo le prime 72 ore di conoscenza la verità veniva fuori. E a quel punto si capiva che ero un provinciale, che vivevo in un certo modo. E le donne se ne andavano. La popolarità ti aiuta sul momento ma non ti dà garanzie sul lungo tempo”. 

E su “La Regola dell’amico”, dichiara: 

“L’amico come goccia cinese alla fine può arrivare a dama. La canzone deve dare una regola generale ma non sempre valida. Ci sono tanti sotto casi. L’amico che riesce a lavorare per sfinimento alla fine ce la può fare.. Puoi anche non arrivare all’obiettivo, ma se hai fatto un’opera d’arte di conversazione e strategie passerai comunque alla storia. La differenza la fa il percorso”.