Ospite di “Belve”, Michele Morrone ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e lanciare alcune frecciate al mondo del cinema italiano, reo di privilegiare solo un certo tipo di attori:
“Non mi sono mai immaginato nel circoletto italiano. Non mi sono mai visto parte di un cinema circoscritto al territorio italiano. Ho approfondito l’inglese proprio perché volevo arrivare lì. E poi in Italia sono il figo che vuole fare l’attore. Non mi prendono a lavorare. Tigna o talento? Ho avuto una bella tigna e una botta di c**o incredibile. L’ho capito e l’ho sfruttato. E oggi sono molto invidiato. C’è un grosso pregiudizio su di me. Qui in Italia è come se per essere riconosciuti come attore devi avere l’aria del poeta maledetto, che conosce i poeti, sinistroidi che hanno la boiserie pure nel c**o. Io non sono così. Del David di Donatello non me ne frega nulla. Attori più bravi di me? Alessandro Borghi e basta. Quasi tutti gli altri sono peggio di me”.
Michele Morrone, però, racconta anche il periodo più duro, quello successivo alla separazione. L’attore si era sposato nel 2014 con Rouba Saadeh, stilista libanese che è diventata madre dei loro due figli e da cui ha divorziato nel 2018, dopo una relazione durata quasi otto anni:
“Un momento di depressione profonda e di troppo alcol. Bevevo tantissimo per anestetizzare il dolore. Prendevo una bottiglia di vino e mi ubriacavo. Una, due, tutti i giorni. Non tocco un bicchiere di vino dal 2018. Oggi non ho tanti vizi, solamente la sigaretta. La droga, che ho provato in passato, non mi fa schifo ma mi fa paura perché potrebbe togliermi il focus dai miei obbiettivi: il cinema, la musica e tutto ciò che mi piace fare”.
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