Nek, pseudonimo di Filippo Neviani, ha compiuto lo scorso 6 gennaio 50 anni e per l’importante traguardo  si è regalato un libro (il suo secondo) in parte autobiografico intitolato ‘A mani nude‘. Intervistato da Il resto del Carlino, il cantante di Sassuolo ha raccontato dia vere ancora l’entusiasmo di un ragazzino, nonostante il brutto incidente avuto quasi un anno fa gli ha fatto rischiare di perdere alcune dita della mano. Sulle sue condizioni, ha spiegato:

«È al 75-80%, non so dire se migliorerà ancora. Non riesco ancora a suonare la chitarra, ma posso farlo con la batteria, il basso e il pianoforte. E’ già importante che sia tutta intera: ho rischiato di perdere medio e anulare».

Dopo l’incidente lei guidò con la mano ferita dalle colline di Sassuolo all’ospedale. Come riuscì a restare così freddo?

«Non lo so. Nel libro spiego che in certe circostanze una persona tira fuori qualità che non sa di avere, nel mio caso soprattutto la pazienza. Ho scoperto virtù che non conoscevo. Mai come stavolta tra queste pagine ho permesso a Filippo di mostrarsi, con le sue forze e le sue fragilità».

«Credo che non sarà neanche l’ultimo. Non sono uno scrittore, non so se più avanti scriverò canzoni sul dolore di quei giorni. So che scrivere il libro è stato terapeutico, pochi giorni dopo essere uscito dall’ospedale, mentre facevo gli esercizi di riabilitazione, ho sentito il bisogno di fare ordine nei miei pensieri senza gli obblighi della metrica di una canzone».

L’incidente le ha fatto scoprire un amico in Gianni Morandi. Sa che vi somigliate molto?

«È vero, non solo nell’emilianità verace. Se penso che ormai sono trent’ anni che faccio questo mestiere, in effetti…con Gianni ci conoscevamo già, ma non così bene: anche lui ha avuto un incidente alla mano, questo ci ha avvicinato molto. Ora ci sentiamo spesso e i primi minuti di ogni telefonata li passiamo a raccontarci i progressi dei nostri mignoli. Mi ha fatto molto piacere che abbia scritto lui la prefazione del libro. Io mi ispiro molto a lui».