“Mostruosamente Villaggio” è il titolo del documentario di Valeria Parisi presentato stamattina al Teatro Petruzzelli in anteprima sulla messa in onda stasera, in prima serata, su Rai 3.

Un ritratto a tutto tondo della vita e della carriera del grande attore genovese, ricostruita attraverso spezzoni di film, apparizioni televisive, fotografie, interviste, le testimonianze di personaggi che lo hanno conosciuto o hanno lavorato con lui come il regista Neri Parenti, Ricky Tognazzi, la figlia Elisabetta e il figlio Pierfrancesco, la moglie Maura, Diego Abatantuono, Alessandro Gassman, Cochi Ponzoni, Milena Vukotic e altri ancora, con Luca Bizzarri a fare da raccordo tra i vari momenti del documentario che mette in luce i tanti aspetti di una personalità poliedrica che va ben aldilà dei personaggi da lui interpretati per il piccolo e per il grande schermo.

Neri Parenti ha diretto Paolo Villaggio in ben 18 film.

L’ho conosciuto sul set di “Tre tigri contro tre tigri” dove ero aiuto regista. Poi quando, non so perché, si ruppe il sodalizio con Luciano Salce che aveva diretto i primi due film di Fantozzi, si rese necessario che per il terzo film, che voleva dirigere lui stesso, fosse affiancato da qualcuno più esperto di lui nella regia. Dalla Titanus, che produceva il film, gli fecero il mio nome e lui disse che mi conosceva e che gli andavo benissimo. Cosi andai a casa sua e quando mi vide disse “Che ci fai tu qui?”. Gli spiegai il motivo della mia visita e lui: “Ma lo sai che credevo che tu fossi un altro?”. Stavo per andarmene quando mi fermò: “Vabbè, visto che ormai sei venuto, il film lo fai tu!”.

Tra le varie curiosità presenti nel documentario, il fatto – confermato da Elisabetta Villaggio – che il personaggio di Fantozzi dovesse essere inizialmente interpretato da Ugo Tognazzi oppure da Renato Pozzetto.

E sul rapporto con l’attore, ancora Neri Parenti:

I film di Fantozzi li scrivevo insieme a due grandi sceneggiatori come Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Un giorno spediamo un copione a Paolo che si trovava in Sardegna e poi cerchiamo più volte di contattarlo al telefono per sapere cosa ne pensava, ma lui non rispondeva mai. Dopo alcuni giorni finalmente risponde e mi dice: “Ho letto la sceneggiatura, ci sono delle cose che non mi piacciono”. E io: “Va bene, parliamone. Però non toccare la scena del cavallo bianco, mi raccomando. Lui: “No, no, quella è perfetta’. Ma nella sceneggiatura non c’era nessuna scena con un cavallo bianco!, Capii così che non l’aveva letta. A quel punto ci accordiamo per vederci a Roma, dove sarebbe arrivato il giorno successivo. Vado in aeroporto e lui mi fa: “Ho letto la sceneggiatura in volo, va bene così”. Poi si volta e va a riprendere l’aereo per tornare ad Olbia!”.