Due anni fa Jordan Peele conquistava l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale con il suo Scappa – Get Out, approfondendo in chiave horror in una maniera del tutto innovativa e, diciamocelo chiaramente, molto inquietante il tema razziale in America. Ora il regista classe ’79 ritorna dietro la macchina da presa con “Noi”, un nuovo film horror, questa volta incentrato sul tema del doppio e dei doppelgänger.

Un prologo ambientato nel 1986, in cui aleggia un atmosfera che cita “Thriller” di Michael Jackson, ci viene mostrato – senza spoilerare troppo – un evento traumatico accaduto a una bambina all’interno di un luna park. Con un salto temporale di circa 30 anni, ritroviamo la versione adulta della ragazzina, ora moglie e con due figli. La famiglia Wilson viene subito descritta in modo autentico: sono una famiglia nera benestante, simpatica, diretta a farsi una vacanza in una casa al mare nei pressi di Santa Cruz. Lì, incontreranno i loro terrificanti e malvagi doppelgänger, per quella che diventerà una vacanza di sangue. 

Un aspetto importante che emerge da “Noi” è la ben riuscita e costante tenuta della tensione dai primi minuti del film fino agli ultimi. C’è un’atmosfera di angoscia e suspense che accompagna tutte le mosse dei protagonisti e ci accompagna per tutta la visione. Peele, il regista, non nasconde, anzi, mette ben in mostra un tipo di umorismo quasi tendente al demenziale (già in Scappa – Get Out ne aveva fatto uso), possiamo dire tipico del suo stile, che acquisisce sempre più caratterizzazione.

Menzione particolare alle musiche e ai motivi sonori della pellicola, a tratti davvero inquietanti. Molto buono il cast, tra cui figurano il premio Oscar Lupita Nyong’o, Winston Duke ed Elisabeth Moss. Per quanto riguarda la resa del tema, c’è chi ne rimarrà entusiasta e chi storcerà il naso. L’equazione è semplice. Chi ha apprezzato Scappa, apprezzerà ancor di più Noi, chi invece non ha gradito il primo film alla regia di Peele, non digerirà molto bene neanche il secondo, ancora più ambizioso. Personalmente, mi accosto di più alla seconda categoria.


La pellicola gioca sull’angoscia, e da quel punto di vista ci riesce, grazie ad una serie di strumenti tra cui voci modificate, occhi tondi e grandi che bucano lo schermo, movimenti scattosi e aberranti. Sta nello spettatore riuscire a trovare una decente collocazione a una storia che vive in bilico tra la realtà e la fantasia, trovare un significato alle ‘ombre’ e metabolizzare un importante plot twist finale. In ogni caso, è evidente la qualità del progetto e invitiamo tutti gli appassionati del genere e della tematica e non perdersi Noi.

Al cinema dal 4 aprile.