Qualche giorno fa Ovosodo, film del 1997 diretto da Paolo Virzì, ha compiuto 25 anni dall’uscita. Il titolo fa riferimento a un quartiere del centro di Livorno, chiamato così per via delle maglie bianco-gialle indossate durante il Palio Marinaro (ovosodo è infatti un dialettale modo di dire uovo sodo), anche se nella realtà il protagonista della pellicola Piero Mansani risiede nel quartiere Barriera Garibaldi. La maggior parte degli attori che presero parte al film erano debuttanti. Susy da adolescente è interpretata da Enrica, la sorella minore di Claudia Pandolfi.

TRAMA

Piero Mansani è un ragazzo che vive in un rione alla periferia di Livorno. Fin da bambino Piero deve affrontare il dolore e le difficoltà per la morte della madre, ritrovandosi fin da subito nel mondo degli adulti, fatto di scoperte, disillusioni e primi amori. Nella sua professoressa Giovanna trova la persona che più gli è vicino, perché lo comprende, lo apprezza e gli trasmette l’amore per lo studio. Piero, infatti, non può contare sull’appoggio della famiglia, composta da un padre ex portuale che sconta varie condanne in carcere, dalla matrigna Mara, troppo nevrotica e delusa dalla vita per comprenderlo, e dal fratello affetto da un grave ritardo mentale. A peggiorare la situazione è il quartiere popolare dove Piero abita, il rione Ovosodo, in cui la vita è una giungla e ci si deve saper districare tra mille situazioni spiacevoli.

CLAUDIA PANDOLFI RICORDA IL PROVINO

In una recente intervista su Vanity Fair, Claudia Pandolfi ha ricordato il provino del film:

Ricorda il provino per Ovosodo?
«Certo, fu con la macchina da presa, di quelli che non si fanno più perché costano troppo. Paolo mi diede un copione con la pronuncia livornese e io dissi le battute senza capire niente. Ma non ci ho capito niente per un bel po’».

Perché?
«Non avevo gli strumenti per decodificare un testo così ricco, se ci penso mi faccio tenerezza da sola…».

Ovosodo è un film generazionale. Ci si rivede?
«Racconta il disincanto di certi giovani di quel periodo, gli anni Novanta, e di gente che faceva fatica nella vita».