Paola Ferrari è stata intervistata da Repubblica.it in merito alla Nazionale di calcio italiana.

Questa Nazionale piace, e non solo perché è campione d’Europa, ma perché diverte e si diverte, è fatta da un gruppo di amici, è unita e unisce”. Parla chi a questa squadra (e questa vittoria) ha associato il proprio viso, la giornalista Rai Paola Ferrari. “Nel mio piccolo, nel mio minimo, l’Italia ha fatto entrare nella storia anche me che non c’entro nulla”

Sul fatto che lascerà l’azienda: 

Eppure lascia. Sul serio?

“Credo che non tornerò indietro. Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l’overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte”.

Su Giampiero Galeazzi e le sue colleghe: 

A tanti spettatori mancherà. A uno no: Giampiero Galeazzi, che le ha dato della invadente e della prevaricatrice.

“Che dolore queste parole. A me invece Giampiero manca, anche se il rapporto non è stato facile. Però sì, sono stata un po’ invadente e prevaricatrice, e lo rivendico. Perché è il solo modo delle donne di potersi fare avanti nel giornalismo sportivo, dove spesso siamo considerate solo ornamento, solo bellezza e mai competenza. E tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento, e di calcio non sanno nulla, facendo del male a tutta la categoria. Un errore che fa parte di quello più generale: pensare che il calcio non sia cose da donne. È un caso se non c’è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Raisport? Vice, al massimo, ma direttrici mai. Non mi candido, eh? Io sono fuori, ormai”.

FONTE REPUBBLICA