Paolo Meneguzzi è stato intervistato da Mowmag.com dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera e ha parlato dei suoi progetti futuri. Ecco un estratto:

E il pop italiano, oggi, è dinamico o stagnante?

Mi è piaciuta una certa evoluzione che è passata per la trap. Più nei testi che nelle basi. Uno come Ghali mi sembrava interessante: parole meno banali del solito, più ficcanti rispetto a quanto girava a inizio millennio. Poi però – via internet e via social – sono arrivate una marea di autoproduzioni che credo abbiano creato un caos totale, come se uno dovesse sorbirsi un contest canoro di 8 ore filate. Dopo un po’ non ci capisci più niente… Ora permettimi un appunto sulla scena odierna, però.

Prego.

L’estate pop 2023 è deprimente. Il medium pop mi pare svilito. Vedere gente tutta tatuata che va su un palco a cantare la Disco paradise di turno mi fa tristezza. Quelle sono marchette. Il pop dev’essere anche visionario, evoluto, curato ai massimi livelli. Se fai i dovuti confronti tra un prodotto e l’altro, te ne accorgi della differenza. Il pop migliore non è dozzinale, affatto. Blanco, ad esempio, se fosse prodotto ancora meglio, potrebbe tranquillamente sfondare porte internazionali perché ha tutto ciò che serve. Su uno come lui io investirei molto di più.

fonte MOWMAG