Pietro Orlandi è stato ospite nello studio di Verissimo per parlare del caso della sorella scomparsa ormai da quarant’anni (era il 22 giugno 1983), Emanuela Orlandi. Silvia Toffanin ha intervistato Pietro chiedendogli cosa ne pensi della riapertura del caso e che idea si è fatto della vicenda in tutti questi anni di dolore e angoscia sperando, un giorno, di potere riabbracciare la sorella. 

Pietro Orlandi ha raccontato: “Il fatto che il caso di Emanuela sia stato riaperto dopo tanto tempo mi fa tornare a sperare che finalmente, una volta per tutte, possa essere fatta giustizia. Io non ho mai perso la speranza e per portare avanti la mia ricerca della verità mi sono anche scontrato con personalità importanti. Purtroppo, e questo lo dirò e sosterrò sempre, i due Papi morti, ovvero Papa Wojtyla e Papa Ratzinger, si sono portati con loro la verità. Papa Francesco ha taciuto per 10 anni, ora ha permesso la riapertura del caso. Io penso che si possa fare chiarezza in modo veloce, se lo si desidera davvero. Vorrei solo darmi un po’ di pace e darla anche a mia mamma che è 40 anni che aspetta a casa Emanuela“. In questi anni ha portato avanti un lungo appello mediatico e a tal proposito la conduttrice ha voluto chiarire: “Orlandi non ha percepito alcun cachet” a proposito dell’ospitata nel suo programma. “Non prendo soldi”, ha confermato lui. “Le critiche? Ormai sono abituato”.

Pietro Orlandi non sa rispondere se e quanto c’entrino nella vicenda gli abusi e la pedofilia: “Se la pedofilia ha avuto un ruolo è perché qualcuno l’ha utilizzata per dare più forza all’oggetto del ricatto che non può essere una ragazzina, anche se cittadina vaticana. Emanuela non poteva avere questa enorme importanza. Magari Emanuela è stata messa in una situazione per creare poi l’oggetto del ricatto nei confronti di qualuno. Se il Vaticano da 40 anni fa di tutto per evitare che la verità possa uscire evidentemente la verità tocca qualcosa di molto pesante“.