Il film

Rambo III è uscito nel 1988 diretto da Peter MacDonald, interpretato da Sylvester Stallone. È la terza pellicola della saga dedicata al reduce John Rambo ed è dedicato al “valoroso popolo afghano”. Si tratta dell’ultimo film della saga di Rambo che vede la partecipazione di Richard Crenna nel ruolo del colonnello Samuel Trautman. Crenna scomparve il 17 gennaio del 2003, prima della realizzazione del quarto film. Quest’ultimo, chiamato John Rambo (2008), è stato dedicato alla sua memoria. 

La trama

John Rambo, riguadagnata la propria libertà, ora vive assieme a dei monaci buddisti in Thailandia, che aiuta svolgendo per loro dei lavori e partecipando, di tanto in tanto, a degli incontri di lotta nei bassifondi per racimolare denaro da donare al monastero. Il colonnello Samuel Trautman lo raggiunge per coinvolgerlo in un’operazione americana per tentare di colpire un commando sovietico che, invaso l’Afghanistan, compie genocidi verso la popolazione locale. Rambo però, stanco di essere coinvolto in assurde guerre, rifiuta l’invito dell’ex superiore e amico. Trautman procede comunque ma viene assalito da forze nemiche nei pressi del confine, con conseguente sterminio dei suoi uomini. Trautman viene catturato e inviato a una grande base di montagna per essere interrogato dal colonnello sovietico Zaysen e il suo scagnozzo, il sergente Kourov. L’ambasciatore ufficiale Robert Griggs informa Rambo della cattura di Trautman, ma si rifiuta di approvare una missione di salvataggio per paura di attirare gli Stati Uniti in guerra. Consapevole che Trautman morirà in caso contrario, Rambo ottiene il permesso di intraprendere un salvataggio da solo a condizione che egli sarà sconfessato in caso di cattura o di morte.

Le curiosità

  • Le scene sono state riprese dal 30 agosto al 22 dicembre 1987. Il film vanta molti set sontuosi ed è stato girato in vari continenti. L’inizio è stato girato in Thailandia, fra Bangkok ed il monastero buddista di Chiang Mai. Il resto del film, in particolare gli esterni, sono stati girati a: Peshawar in Pakistan; in Israele fra Tel Aviv, Eilat e Jaffa; negli Stati Uniti, nell’Imperial County in California e fra la Fort Yuma Indian Reservation e la Yuma Territorial Prison State Park, Arizona.
  • Per interpretare il colonnello Zaysen era stato inizialmente scelto Marlon Brando. L’attore apportò anche alcune modifiche alla sceneggiatura, ma in seguito rinunciò al film.
  • Inizialmente il regista del film sarebbe dovuto essere Russell Mulcahy, ma pochi giorni dopo l’inizio delle riprese venne sostituito dal direttore della fotografia Peter MacDonald a causa di divergenze creative. Insieme a lui abbandonarono il film anche tre direttori della fotografia.
  • Il budget per la realizzazione della pellicola ammonta a circa $ 63.000.000. Stallone chiese un Gulfstream jet (dal costo di $12 milioni), come parte della sua retribuzione per il film. Ne ottenne uno. Il film ottenne come incasso finale 189 milioni di dollari.
  • Il personaggio di Masoud (Spiros Focás) è un riferimento ad Ahmad Shah Massoud, militare e politico afghano del Fronte Unito, combattente contro il regime talebano dell’Afghanistan. Fu comandante rispettato ed amato dei combattenti islamici per la resistenza afgana contro l’invasione sovietica prima e contro il regime dei talebani poi. Durante la guerra civile afghana divergenze politiche e ideologiche lo opposero lungamente al Partito islamico di Gulbuddin Hekmatyar. Con la vittoria del fronte di Burhanuddin Rabbani, da lui sostenuto, fu nominato ministro della difesa. Stallone scelse il comico francese Marc de Jonge per il ruolo del colonnello Zaysen dopo averlo visto in una pubblicità.
  • La canzone che si sente alla fine del film è He Ain’t Heavy, He’s My Brother, cantata da Bill Medley. Altre canzoni sono It is our destiny, cantata sempre da Bill Medley, scritta da Péter Wolf e Ina Wolf, e The Bridge, prodotta da Giorgio Moroder, scritta da Tom Whitlock, e cantata dallo stesso Moroder insieme a Joe Pizullo. Inoltre, era stata scritta una vasta colonna sonora dal compositore americano detentore di un premio Oscar Jerry Goldsmith; tuttavia, gran parte di essa, non è stata utilizzata.
  • Durante le riprese Sylvester Stallone infatti ha rischiato la decapitazione: la sua testa infatti ha avuto un incontro molto ravvicinato con la pala rotante di un elicottero. Stallone ha riso del mancato incidente dicendo “Almeno avrei risparmiato una fortuna in tagli di capelli!“.