Pochi giorni ho rivisto Scarface dopo tanto tempo e la cosa più bella è stata notare molte differenze rispetto a quello che avevo trovato quando ero bambino.

Ricordiamo che Scarface  è un film del 1983 scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma.

Il film è il remake dell’omonimo lungometraggio del 1932 diretto da Howard Hawks. A differenza dell’originale ambientato a Chicagodurante gli anni del proibizionismo, in questo film l’azione si svolge nella Miami degli anni ottanta, allora centro di un considerevole traffico di droga.

 

La prima mondiale di Scarface si svolse a New York il 1º dicembre 1983, dove fu accolto con critiche contrastanti. Oltre ad Al Pacino, vari personaggi dello spettacolo parteciparono alla presentazione, concordando la maggior parte di loro sull’ottima qualità del film. Il regista italo-americano Martin Scorsese elogiò il co-protagonista Steven Bauer definendolo “un bravo attore, soprattutto preparato” e considerando ottimi gli attori, considerando il film concentrato più sulla psicologia dei personaggi che sull’epica della storia.

Le critiche negative si concentrarono sui contenuti troppo violenti e sull’uso indiscriminato di linguaggio volgare. Varie, infatti, furono le censure per poter permettere la visione ad un pubblico dai 18 anni in giù.

La cosa più strana è stata trovare nel film una componente molto attuale rispetto a tanti anni fa, l’immigrazione. Tony è un profugo cubano che cerca a Miami un futuro e lo trova nel peggior modo possibile. Anche in Italia molta gente arriva cercando il nuovo mondo e questa è stata una similitudine che molti anni fa non avevo notato. Parliamo della componente SETE DI POTERE. Appare pacifico che Tony non si accontenta e vuole sempre di più finchè la sua brava non trova un avversario più forte che lo distrugge. Così forse è la vita di un trentenne. Andare alla ricerca non di una sicurezza ma bensì di un qualcosa di più, differente dagli altri. Certo viviamo in una società in grave crisi economica e ognuno di noi da bambino ha cercato la cosiddetta SVOLTA DEL DESTINO per guadagnare più degli altri, per poi accontentarsi di ciò che ha. 

 

Passiamo alla componente droga, inutile nascondere che quello che da bambino non capivi ora è reale, LA COCAINA, è qualcosa che ti cambia lo stato d’animo, ti rende il re del mondo e se ne abusi ti distrugge. Questo di certo non potevi capirlo in tenera età, anzi solo adesso capisci che se inizi puoi tranquillamente fare la fine del Montana…

Ora la gelosia, è innegabile che Tony ha una sorella della quale nutre molto di più di un sentimento di fratellanza, e trovare un fratello della tua ragazza così non è proprio il massimo anzi devi stare molto attento. Diciamo che ognuno di noi maschietti non sognerebbe mai di trovarsi difronte un Montana.

Ultima chiave, l’amicizia. Molto importante qui tra i due protagonisti ma che viene messa in discussione alla fine grazie alla gelosia e alla follia dovuta alle droghe. Ovviamente il pentimento operoso di Tony rappresenta una sorta di lacrima di coccodrillo ma l’insegnamento del film è questo, uniti si fa la forza, ovviamente se il Montana non avesse ucciso il suo migliore amico avrebbe avuto un alleato in più….