River Phoenix

Fratello degli attori Rain, Joaquin, Liberty e Summer Phoenix, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta River s’impose all’attenzione della critica quale uno degli attori più promettenti della sua generazione, tanto da essere inserito da John Willis nella lista delle “dodici promesse del cinema” del 1986.

La sua carriera fu tragicamente stroncata dalla prematura morte, avvenuta nella sera di Halloween del 1993, a soli ventitré anni, a causa di un’overdose di speedball (un cocktail di droghe composto da eroina e cocaina) che, di fatto, lo ha reso uno dei più rappresentativi simboli della generazione X.

Quella notte

La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1993, River si trovava al Viper Room, un club in parte di proprietà di Johnny Depp, nel quale avrebbe dovuto suonare al party di Halloween. Depp era presente quella sera nel locale e c’erano anche il bassista e il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, Flea e John Frusciante, il cantante dei Butthole Surfers Gibby Haynes, quello degli Stone Sour Corey Taylor e gli attori Christina Applegate e Leonardo DiCaprio, tutti amici di Phoenix da tempo. Molti dei presenti (tra cui lo stesso Joaquin) dichiararono che l’attore si stava comportando in modo molto strano, iperattivo, sin dal suo arrivo al club. Tra questi, Bob Forrest, cantante dei Thelonious Monster, osservò che Phoenix era pallido, sudava e sembrava un pugile che aveva preso un po’ troppi colpi. Quasi irriconoscibile a causa dei suoi capelli tagliati corti e tinti di nero per il suo ruolo in Dark Blood, pochi lo riconobbero quella notte, semplicemente vestito con una maglietta, pantaloni marroni e scarpe Converse. Phoenix scomparve con alcuni spacciatori nel bagno; uno di loro diede all’attore una linea di una potente eroina chiamata “Persian Brown” (una particolare variante della droga tagliata con crystal meth). Phoenix, che aveva già consumato un grosso quantitativo di droga prima di giungere al locale, cominciò a sentirsi male, vomitando nel bagno in preda a forti tremori. Alcuni amici di Phoenix invece contestano questa versione, sostenendo che durante la serata sia stata disciolta in una bevanda dell’attore della droga a sua insaputa.

River avrebbe dovuto esibirsi sul palco, ma svenne poco dopo essere tornato al suo tavolo e, una volta ripreso conoscenza, lamentò difficoltà respiratorie e, pertanto, chiese alla Mathis di essere scortato fuori per prendere aria. Molti dei presenti quella notte al Viper Room sostennero di aver visto Phoenix barcollare all’interno del locale in preda a forti tremori simili a convulsioni. Appena la Mathis e Joaquin accompagnarono fuori River, verso l’una di notte circa, l’attore collassò a terra sbattendo la faccia sul pavimento, vittima della prima delle cinque crisi epilettiche che lo colpirono.

Gli ultimi istanti

Quando il fratello Joaquin si rese conto della gravità della situazione, vedendo River contorcersi in preda a violente crisi epilettiche da circa 8 minuti, chiamò il numero di soccorso pubblico 911. I soccorsi però non arrivarono in tempo: quando un’ambulanza giunse sul luogo, River era già morto sul marciapiede in Sunset Boulevard, sotto il tendone all’ingresso del Viper Room, tra lo stupore generale di passanti e paparazzi. La corsa al Cedars-Sinai Medical Center, con Flea sull’ambulanza, e i tentativi di rianimazione furono del tutto inutili (compreso l’inserimento di un pacemaker) e River Phoenix, ormai diventato cianotico, fu dichiarato morto dal dottor Paul Silka alle 1:51 per insufficienza cardiaca. L’autopsia del 1º novembre rivelò in seguito un‘overdose di eroina e cocaina, sotto forma di speedball, valium, efedrina e un anti-influenzale per il quale non era necessaria la ricetta medica.

LOS ANGELES – NOVEMBER 1: The exterior of The Viper Room the day after the death of actor River Phoenix. Fans have left flowers, candles and notes at the spot where he collapsed on November 1, 1993 in Los Angeles, California. (Photo by Michael Ochs Archives/Getty Images)

Il ricordo di Depp

Secondo alcune ipotesi fu proprio Depp a consegnare a Phoenix la dose fatale e la star dei Pirati dei Caraibi ha sofferto molto per queste illazioni sulla morte di colui che era uno dei suoi più cari amici. ” “Immaginate di convivere con la sensazione di aver venduto voi stessi la dose che ha mandato in overdose un vostro amico. Questa è la colpa che mi attribuisco”.


Il ricordo del fratello

All’epoca Joaquin aveva 19 anni e, come spiega nella trasmissione 60 Minutes, il resto della sua famiglia erano estranei e non al corrente della fama di River, in quanto “molto lontani dal mondo dell’intrattenimento” non leggendo magazine e non frequentando l’ambiente dello spettacolo:

“River era una vera stella del cinema, ma noi non lo sapevamo. Durante i giorni che seguirono la sua morte, quindi quando eravamo più vulnerabili, vedevamo volare elicotteri sopra la nostra testa e c’erano persone che cercavano di entrare nella nostra proprietà. Per me tutto questo ha certamente impedito il processo di lutto.”