Gianluca Grignani  ha rilasciato un’intervista al Corriere. Ecco un estratto:

1995, il primo Sanremo fra le Nuove proposte con «Destinazione paradiso». Ricordi?

«Prima di iniziare questa carriera ero convinto che se il pubblico non mi avesse capito avrei mollato. Arrivai al Festival dopo la pubblicazione di “La mia storia fra le dita” che era stata capita ma non come volevo io: ebbe inizio quell’odissea che tutti dobbiamo attraversare per essere l’Ulisse della nostra stessa vita».

«Destinazione paradiso» però fu un successo da due milioni copie nel mondo…

«Appena sceso dal palco mi accorsi che tutto era una stronzata, che il rock non esisteva come lo vedevo io che avevo gli occhi puri pieni del messaggio del grunge e di Cobain. Tutto era falso negli anni 90, mi sentivo diverso e soffrivo: “La fabbrica di plastica” fu il mio grido di vendetta».

Ha compiuto da poco 50 anni: come ha vissuto il traguardo?

«Devastante. Non mi sento un cinquantenne ma ne ho tutte le paranoie. Non sono più un ragazzino, arriva la maturità del padre ma è una biga che non so ancora guidare».

FONTE CORRIERE