In una lunga intervista rilasciata al “Corriere della sera”, Serena Grandi racconta l’esperienza degli arresti domiciliari del 2004:

“La colpa era di essere famosa. La cocaina, figuriamoci. L’ho presa una volta e non mi è piaciuta, chi non l’ha provata nei locali degli Anni 90 a Roma? Vennero a perquisirmi a casa, pensavo di stare su Scherzi a parte. Ai carabinieri ho detto: se volete trovare i tortellini sono in frigo, non c’è altro. A un certo punto ho temuto di fare mio malgrado la fine di Laura Antonelli. La mia droga è la cioccolata, mi sono punita mangiando. Lo Stato mi ha risarcita con 100 mila euro. Avrebbe dovuto darmi 10 milioni per tutto il fango mediatico che mi hanno rovesciato addosso”.

La Grandi parla anche del suo cambiamento fisico, dando la colpa ai medici:

“Dopo la separazione ho cominciato a mangiare e a mangiare. Ma è una storia di malasanità. Non ero a conoscenza di essere geneticamente ipotiroidea. Poi, dei chirurghi estetici mi hanno spinto a fare una riduzione del seno, che a me piaceva. Tinto Brass dice che i seni spanti sono più eccitanti di qualsiasi protesi. Hanno cominciato a fare degli interventi senza accorgersi che sotto c’era un carcinoma di 5 centimetri. Ho preso chili. Non potevo uscire di casa, i fotografi erano appostati, speravano che uscissi con un maglione largo per urlare: ecco com’è diventata. Non sapevano che avevo un cancro”.

E non risparmia una frecciatina a Paolo Sorrentino, che la volle ne “La grande bellezza”:

“Ruolo drasticamente tagliato. C’era una bella complicità fino a quando sono cominciate le riprese. Poi mi ha tagliato fuori. Voleva essere capito con una parola. Girava di notte le scene diurne. Ma il film è un capolavoro, come lo è ‘È stata la mano di Dio’. Vorrei rincontrarlo, vorrei che mi abbracciasse dicendomi soltanto ciao Serena. Nel trailer dell’Oscar appaio io. L’ho anche tatuato, l’Oscar”.