Il tempo passa per tutti, anche per i sex-symbol, soprattutto se gloriosi negli anni Ottanta.

Simon Le Bon, frontman dei Duran Duran, ha spento il 27 ottobre 60 candeline e si gode la sua età tra musica, vela, famiglia e ambientalismo. Da una giovinezza di eccessi e look stravaganti a una ‘vecchiaia’ più pantofolaia, fresco anche del suo nuovo status di nonno grazie alla figlia Saffi, 26 anni, una delle tre figlie avute dalla moglie Yasmin Parvaneh (le altre due sono Amber Rose Tamara, 28 anni, e Talullah Pine, di 23). 

Come non ricordare gli anni ’80 e l’esercito di fans innamorate e impazzite per Simon e i suoi Duran Duran. Modello pre/confezionato bello, biondo e maledetto, con un viso un po’ paffuto e ciuffo al vento che lo faceva assomigliare un po’ a Elvis Presley, un po’ a Bobby Solo. Simon raggiunse l’apice della sua carriera negli anni ’80 (oltre 100 milioni di dischi venduti nel mondo) e divenne un sex symbol a livello planetario, indossando attillatissimi pantaloni leopardati rosa, borchie e cinturone. Partito dal punk casareccio approdato poi al genere “new romantic”. 

Era precisamente maggio del 1980 quando Simon Le Bon entrò nei Duran Duran: fu grazie a una sua ex ragazza che conobbe i succitati Nick Rhodes, tastierista, e Roger Taylor, batterista, nonché il bassista John Taylor e il chitarrista Andy Taylor, ossia i componenti della prima formazione del gruppo che di lì a breve, nel 1981, avrebbe conquistato le classifiche inglesi con il singolo Planet Earth.

«C’eravamo tutti quando nel Rum Runner entrò questo ragazzo alto e di bell’aspetto, con gambe lunghe e molto sicuro di sé. “Ciao, sono Simon Le Bon”, disse con un accento meridionale. La prima cosa che pensai fu “Diamine, assomiglia a Elvis Presley!”. Ricordò a ognuno di noi Presley per il suo viso paffuto, e sapevamo che avrebbe avuto un gran successo con le ragazze. L’unico problema era che indossava degli attillatissimi pantaloni leopardati rosa, e furono questi a rendere grandioso il suo ingresso. Simon spiegò che faceva parte di una band chiamata Dog Days, quando aveva diciassette anni. Cantò qualche canzone degli anni ’70, ma la cosa più importante di tutte era che sapeva scrivere i testi delle canzoni. Simon è uno scrittore molto più bravo di quanto la gente possa pensare, lui è davvero profondo.»

(Andy Taylor Wild Boy – My life in Duran Duran)

 

Sarebbero seguiti l’album d’esordio intitolato semplicemente Duran Duran, l’egregio Rio – quello che si può considerare il capolavoro dei Duran Duran – e altri dodici dischi. Il più recente è Paper Gods, uscito nel settembre 2015 e realizzato con, tra gli altri, Nile Rodgers, già al fianco dei Duran all’epoca di The Reflex e The Wild Boys

Fu in quello stesso periodo che esplose il fenomeno Sposerò Simon Le Bon, romanzo nato da un diario in cui l’autrice Clizia Gurrado raccontava il suo sogno da teenager: sposare il cantante dei Duran Duran. Pubblicato nell’ottobre 1985, l’anno successivo il libro divenne un film diretto da Carlo Cotti ancora oggi considerato un cult.

Alle 60 candeline il frontman dei Duran Duran arriva con alle spalle quasi 33 anni di matrimonio, lui che conobbe la consorte Yasmin, modella inglese di origini iraniane, dopo averla vista in fotografia e aver chiesto il suo numero di telefono all’agenzia con cui lei lavorava, in modo da poterla incontrare.