Trama

Presentato in concorso al 78esimo Festival di Venezia, il film segue la storia di Diana in un arco temporale di tre giorni nel 1991 quando, mentre si trovava con la famiglia reale nella residenza di Sandringham, nel Norfolk,  per trascorrere le festività natalizie maturò la decisione di lasciare il principe Carlo.

Recensione

Le ultime pellicole dirette da Pablo Larrain hanno al centro una figura femminile tragica ed è questo il caso di Spencer, il suo nuovo biopic incentrato sulla principessa Diana che ha il volto della bravissima attrice americana Kristen Stewart. In Spencer ci troviamo di fronte ad una vera e propria rappresentazione della crisi esistenziale di Diana, a partire dal suo rifiuto a sottostare alle rigide regole della famiglia reale sino ad arrivare alla manifestazione allucinatoria, cangiante e poetica del suo volere effettivo, ossia la libertà individuale alla quale aspira e che ritiene di avere ormai perduto. È qui che Larraín avvera il parallelismo con l’amara sorte di Anna Bolena, chiave di lettura del film che il regista inserisce a dimostrazione della ciclicità della storia: accusata di tradimento e decapitata per volere dell’infedele Re Enrico VIII, Anna Bolena viene in aiuto della Diana romanzata dal regista come personaggio da leggere e comprendere, la cui storia diventa un deterrente dal compiere passi falsi.

 

“Spencer” è un’opera dal forte impatto, sicuramente riuscita,  ma quanto “Jackie” era uno scorcio inedito sulla figura della vedova Kennedy, questa sconta il fatto di non proporre una visione così originale del personaggio, che si discosti dal ritratto che più volte negli ultimi anni abbiamo visto sul piccolo e grande schermo (dal “Diana” con Naomi Watts all’ultima stagione della serie “The Crown”, passando per i tanti documentari).

Nota a margine: in alcuni punti c’è anche qualche spruzzata di horror gestita benissimo, soprattutto in una delle scene più riuscite e che sicuramente rimarranno impresse nella testa dello spettatore.