Stefania Sandrelli che, intervistata da La Repubblica, rivela di non vivere nel lusso e di temere un po’ per il suo futuro, nonostante una lunga e prosperosa carriera nel cinema, iniziata quando aveva solo 15 anni.

“La mia casa è la mia tana. Mi spiacerebbe doverla cambiare: lei non ci crederà, ma io ho bisogno di lavorare per vivere” confessa a La Repubblica “Per carità, non mi lamento, c’ è chi ha più bisogno. Ma non sono una adolescente, ho appena perso tre lavori. Ho due, ma proprio due risparmi per la vecchiaia, ancora lontana. Non vorrei dover bussare ai miei figli, sono sempre stata autonoma, amo mettere le buste con i soldini per i nipoti. Vorrei la tranquillità di una vita piacevole, con piccole gioie”.

L’attrice ha poi ricordato la pandemia del 1956, ASIATICA, che mise in ginocchio molti italiani. 

Malgrado la febbre altissima e i mal di testa, facevamo i turni per i letti, la pulizia. Ci salvava l’ ironia da toscanacci, io e mio fratello scherzavamo dei nostri acciacchi. Oggi dico a figli e nipoti: sono qui viva e vegeta, per dare loro coraggio e speranza. È brutto vedere in tv la gente che soffre. Gli anziani mi sono sempre stati nel cuore, mamma raccontava che da bambina volevo portare a casa ogni vecchino incerto che incontravamo per strada.

Una parola poi sul futuro

“Vorrei vedere la mia famiglia ma è dura perché so che non potrei abbracciarli, baciarli. Ecco, mi spiace che ora piango, ma non sono tristissima, è solo commozione. Prego perché trovino una cura. E poi vorrei tornare sul set. Perché dopo cento film la mia passione per il cinema è rimasta intatta”.