Terence Hill è stato intervistato da Sorrisi.com dove ha rivelato il motivo del suo addio a Don Matteo. Ecco un estratto:

Come avrebbe potuto farlo in maniera diversa?
«Avevo proposto di fare quattro film all’anno, sul modello di “Il commissario Montalbano”. Purtroppo la mia idea non è stata accettata dalla Rai che, per ottimizzare i costi, ha bisogno della serie lunga».

Si è mai pentito della sua decisione?
«Assolutamente no. E a distanza di cinque mesi posso dire che è stata la scelta giusta anche perché al personaggio non avrei potuto dare altro. Tutte le cose hanno un inizio e hanno una fine, ed è giusto così. E, poi, il produttore Luca Bernabei ha trovato Raoul Bova: penso sia l’attore migliore che abbiamo in Italia».

Da don Matteo a don Massimo.
«Questa è stata una loro scelta, ma penso che avrebbero potuto anche lasciare il personaggio cambiando solo l’interprete. In Gran Bretagna, dove tra l’altro è nato Padre Brown che ha ispirato la nostra serie, ogni sette-otto episodi cambiano il protagonista. Lo stesso accade con l’agente 007 che è sempre James Bond a prescindere da chi lo interpreta. Io mi chiamo Terence, è il personaggio a chiamarsi Matteo».

Cosa ha rappresentato per lei, umanamente e professionalmente, don Matteo?
«È stato qualcosa di enorme. Quando il regista Enrico Oldoini me lo propose, partimmo un po’ così alla ventura. Piano piano, andando avanti, ho cominciato a metterci del mio, a sistemare alcune battute che secondo me non funzionavano, e mi ci sono affezionato sempre di più. E mi sono affezionato anche alla troupe: col tempo quelle persone che si sono sempre prese cura di me sono diventate come una famiglia. Abbiamo vissuto anni di grande amicizia: il dolore più grande è stato lasciare loro. Approfitto di questa intervista per fargli sapere che mi mancano molto».