Sperandeo, all’anagrafe Gaetano, da metà anni ’80 è diventato uno dei volti noti del piccolo schermo per aver preso parte a molte serie popolari. In particolare, l’attore siciliano si è distinto nell’interpetazione di ruoli mafiosi, riuscendo però anche nel ruolo di poliziotto in La squadra. Infatti, nella fiction di Raitre Sperandeo ha interpretato il ruolo del sovrintendente Salvatore Sciacca, saggio, introverso, poco loquace e sarcastico poliziotto del commissariato Sant’Andrea-Spaccanapoli. Sciacca, peraltro, è stato uno dei pochissimi personaggi superstiti nel passaggio da La squadra a La nuova squadra. In passato però l’attore è stato Santino Rocchi, mafioso della celebre serie La piovra. Mafioso era anche Gaetano Badalamenti, nel capolavoro I cento passi. A Sperandeo il ruolo del cattivo è toccato anche nelle prime due stagioni di Distretto di Polizia. Attore irriverente, ingabbiato per via del suo accento siciliano e del suo aspetto burbero ai ruoli legati alla mafia, Sperandeo è un insofferente protagonista della televisione italiana. Tormentato, complicato, avrebbe i numeri per essere serenamente un attore e basta.

L’attore palermitano ha alle spalle un matrimonio con l’attrice e doppiatrice teatrale Rita Barbanera, dal quale sono nati due figli: Tony e Priscilla. Barbanera muore suicida a 32 anni, nel 2001. In seguito si lega all’attrice Barbara Bacci. Dopo aver annunciato la fine del legame, nel febbraio del 2022 Sperandeo pubblica un post sui social in cui posa con Bacci e scrive: “Un amore ritrovato nella città di Dante“.

Ospite di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone si è raccontato, e qui sotto noi vi lasciamo i passaggi più interessanti:

Ho interpretato anche il buono tante volte, ma mi considerando sempre come un “cattivo”. Ormai ci sono abituato e non me la prendo, anche perché ormai non me lo dicono quasi più, ma prima ci rimanevo male. Mia mamma ha 96 anni, ringrazio mia sorella gemella che vive la e se ne occupa, io vivo a Roma per questioni di lavoro. Mio padre è morto quando avevo 17 anni per tumore alla gola e mi sono messo a lavorare. Ho cominciato a fare l’apprendista commesso, poi il rappresentante e alla fine a vendere detersivi. Nel mentre ho iniziato a fare degli spettacoli a teatro, anche in America. Ero un fumatore anche io come papà. Sono arrivato a tre pacchetti di sigarette. Un giorno ero a casa e non sono riuscito a respirare per un minuto circa. Mi sono fatto il segno della croce e mi sono affidato a Dio, per fortuna poi il blocco si è come stappato. Dopo poco che ho ricominciato a respirare mi sono andato ad accendere una sigaretta, ma è stata l’ultima perché l’odore mi ha dato così fastidio che l’ho spenta e ora sono sette anni che non ne tocca una”.