Violante Placido si è raccontata al settimanale F parlando della sua carriera e della sua famiglia, specialmente com’è stato crescere figlia di Michele Placido e Simonetta Stefanelli.
Avere da una parte un padre Michele Placido e dall’altra una madre come Simonetta Stefanelli “è una pensante fortuna”: «Sono genitori dalla personalità fortissima, mi hanno regalato una grande apertura mentale, una fiducia di base verso il prossimo, forse perché sono cresciuta in mezzo a tanti sconosciuti. Quando ero bambina i miei facevano teatro e mi portavano sempre con loro. In altri momenti, invece, stavo da mia nonna. Mia mamma mi ha avuta a 21 anni, i suoi fratelli erano giovanissimi, vivevo in una casa piena di zii, mi sentivo molto protetta. Poi però, a livello emotivo, ho anche avuto tanti scombussolamenti». Scombussolamenti dovuti ai tanti cambi di casa, al “viaggio” in America con sua mamma.
Al settimanale F, Violante descrive suo padre Michele come una persona speciale. «Stravedo per lui, mi commuove come essere umano, quando lo guardo in certi film del passato penso abbia mostrato un tipo di fragilità molto rara nelle figure maschili, soprattutto allora. Però, sul piano delle mie scelte di lavoro, è stato distante, inaccessibile, non ha mai considerato che io potessi fare davvero questo mestiere. E poi lui è fatto così, si sente un predestinato, guardandosi indietro si chiede ancora come sia riuscito ad arrivare dove è arrivato. Da noi figli lui si sente molto diverso».
Eppure può dire di aver recitato con George Clooney nel film The American del 2010: «È stato carinissimo, ma poi non ci siamo più sentiti. Credo di aver fatto qualcosa di sbagliato…». Nello specifico: «Durante le interviste per promuovere il film mi chiedevano tutti della scena di sesso, dissi che tutti e due, sul set, prima di girarla, eravamo un po’ preoccupati. Solo che i publicist americani (addetti stampa, ndr) hanno equivocato, hanno ritenuto che la mia dichiarazione incrinasse il mito di Clooney sex symbol. Uscì un titolo in cui sembrava che io lo sminuissi. Da allora, l’agenzia americana con cui avevo iniziato a lavorare non si è fatta più sentire».
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