Se pensiamo ad una commedia spensierata, estiva, pregna di anni Ottanta e di gag slapstick, Weekend con il morto è il film di riferimento. Uscita nell’estate del 1989, la pellicola diretta da Tod Kotcheff (proprio lui, il regista di Rambo!) si è conquistata di diritto lo status di film cult, citata innumerevoli volte e ricordata con affetto ancora oggi per la sua comicità bonaria.

La storia parte da uno spunto semplice, ma accattivante: due programmatori trentenni un po’ sfigati scoprono che la società per la quale lavorano è stata truffata perché a qualcuno è stato versato quattro volte il capitale della polizza vita. Ne parlano con Bernie e il patron della compagnia per ringraziarli li invita a passare il weekend nella sua villa a Hampton Island. In realtà è Bernie stesso che ha prosciugato i conti dell’assicurazione in combutta con i suoi amici mafiosi e l’invito alla villa è un trucco per uccidere i due ragazzi. Ma ad essere fatto fuori è lo stesso Bernie perché ha una relazione con la fidanzata del boss Vito. Segue una commedia degli equivoci in cui i due ragazzi provano lo stesso a vivere un weekend da sogno nella villa del milionario, nonostante lui sia morto.

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Quanto fa male fare il morto

Protagonisti di questa divertente storia sono Andrew McCarthy, Jonathan Silverman e Terry Kiser, quest’ultimo davvero eccezionale nel rimanere impassibile e ricreare “un corpo morto” al quale vengono inflitti i più strambi spostamenti. Come presumibile, l’attore usò diverse controfigure sul set, eppure ricorda bene (e con dolore) alcuni incidenti che subì per girare tutte quelle scene in cui viene sollevato e spostato. Ecco cosa viene riportato a melmagazine.com:

“Durante le riprese mi sono rotto tre costole. Avevo un nervo nella parte posteriore del collo che premeva e che mi causava violente vertigini quando continuavano a farmi cadere sul divano sulla testa. Sono rimasto malconcio. Per un paio di giorni hanno dovuto portarmi in braccio sul set e mettermi in posizione”.

Le costole si ruppero durante la sequenza in cui Larry e Richard portano Bernie sulla barca, quando il sui cadavere alla fine cade dal retro con una corda legata intorno. Uno stuntman fece la parte da “sci d’acqua”, ma Kiser ha raccontato:

“Ho colpito la parte posteriore della barca con un’onda e mi sono rotto le costole. Non è che siamo stati negligenti: stavamo provando qualcosa di nuovo che nessuno aveva mai sperimentato prima. Quando sei morto e cadi, cadi dritto. Anche le controfigure si fecero male,  non avevano mai provato questo tipo di cadute. Ad una controfigura ad esempio dovettero mettere 17 punti di sutura in volto perché era caduto a faccia in giù”.

Un set ad hoc

Un altro fatto curioso legato al film riguarda la bellissima villa in cui si svolge la festa di Bernie. Quella casa in realtà fu costruita appositamente per il film, in quanto gli scenografi faticarono a trovare qualcuno disposto ad affittarla. Il set venne costruito all’estremità sud dell’area ricreativa naturale di Fort Fisher, nella Carolina del Nord e, pensate un po’, venne demolito alla fine del film.