Il film

Uscito nel 2007 e diretto da David Fincher il film ha la sceneggiatura tratta dai libri di Robert Graysmith dedicati al serial killer statunitense denominato Killer dello Zodiaco, che negli anni sessanta e settanta sconvolse la città di San Francisco (California). Il film è stato presentato in concorso al 60º Festival di Cannes, tenutosi tra il 16 maggio e il 27 maggio 2007.

La trama

Il film ru
ota intorno alla vicenda del serial killer Zodiac, il quale a partire dal 4 luglio del 1969 inizia ad uccidere una serie di innocenti coppie utilizzando sempre le stesse modalità. Il caso diventa di grande interesse nel momento in cui l’assassino inizia ad inviare una serie di strane lettere in codice ai giornali locali, chiedendo che vengano pubblicate. I primi giornalisti coinvolti sono quelli del San Francisco Chronicle, tra cui l’eccentrico Paul Avery e il fumettista Robert Graysmith, i quali iniziano a condurre una serie di ricerche per conto loro. Allo stesso tempo, il detective David Toschi indaga sul caso alla disperata ricerca di indizi che non sembrano però arrivare. Mentre il killer continua ad uccidere, la caccia nei suoi confronti si fa sempre più serrata, ma le possibilità di acciuffarlo sembrano sempre più lontane.

La tensione sul set

David Fincher (il regista) ha ricordato recentemente la tensione che c’era all’epoca tra lui ed il protagonista del thriller. All’epoca dell’uscita di Zodiac, Jake Gyllenhaal rilasciò alcune dichiarazioni al New York Times che fecero ben intendere la tensione intercorsa tra lui ed il regista del film. Gyllenhaal, infatti, dichiarò che David Fincher “dipinge con le persone” e che può diventare “difficile essere un colore“. L’attore alludeva alle tensioni derivanti dall’esigente stile di regia di Fincher, che ha visto Gyllenhaal arrivare a ripetere anche 70 volte la stessa scena durante le riprese. In una nuova intervista con il Times, è stato Fincher ad ammettere l’esistenza del rapporto conflittuale con Gyllenhaal, descrivendo quella che lui stesso ha definito una situazione “estremamente semplice“.


Jake era nella posizione poco invidiabile di essere molto giovane e avere molte persone in competizione per riuscire ad ottenere la sua attenzione, mentre lavorava per qualcuno che non ti permette neanche di prenderti un giorno libero“, ha detto Fincher. “Credo che tu debba mantenere tutto fuori dalla tua visione periferica. Aveva fatto un sacco di film, anche da bambino, ma non credo che gli sia mai stato chiesto di concentrarsi sulle minuzie, e penso che in quel momento fosse molto distratto“.

Stando alle parole di Fincher, la distrazione di Gyllenhall sarebbe da ricollegare all’uscita di Jarhead, un altro film che lo vedeva protagonista e che arrivò nelle sale proprio mentre iniziavano le riprese di Zodiac. Il lungometraggio di guerra diretto da Sam Mendes spingeva l’attore nel blitz della stagione dei premi e, proprio a tal proposito, il regista ha detto: “Aveva un sacco di gente che gli sussurrava che ‘Jarhead’ sarebbe stato un film imponente, e ogni fine settimana veniva spinto ad andare al festival di Santa Barbara, a quello di Palm Springs e a quello di Catalina. Così, quando si presentava al lavoro, era distratto“.

La vera storia

l film di David Fincher si basa sul libro di Robert Graysmith, Zodiac Unmasked: the Identity of America’s Most Elusive Serial Killer, ripercorrendo tutti i misteri insoluti che ruotano attorno alla figura denominata Killer dello Zodiaco. Egli, persona dall’identità ignota, è ritenuto colpevole dell’assassinio di cinque persone, morti avvenute nella California del nord tra il 1968 e il 1969: in realtà le vittime accertate furono sette, ma due di loro riuscirono a salvarsi, mentre Zodiac ebbe modo di affermare, diverse volte, di averne uccise ben 37. I crimini commessi avvennero tra Vallejo, Lago Berryessa, San Francisco e Benicia e l’identità del killer è rimasta sconosciuta fino ai giorni nostri, tanto da essere ancora uno dei maggiori cold case ancora attivi su territorio statunitense.

Un particolare che rendeva noto il killer, era quello di uccidere sempre dei ragazzi molto giovani, di età compresa tra i 16 e 22 anni, con un unico caso in cui la vittima ne aveva 29. Tra le vittime presunte, l’età media oscillava sempre tra questi due parametri, arrivando al massimo a 25 anni. Le vittime accertate, in ordine cronologico, sono David Arthur Faraday e Betty Lou Jensen (di 17 e 16 anni) uccisi con una pistola il 20 dicembre del 1968. A loro sono seguiti Michael Reanult Mageau e Darlene Elizabeth Ferrin (19 e 22 anni), colpiti sempre con un’arma da fuoco nel luglio del 1969 e Bryan Calvin Hartnell e Cecelia Ann Shepard (20 e 22 anni) accoltellati nel settembre del 1969. L’ultima vittima accertata risale a Paul Lee Stine, di anni 29, ucciso con una pistola nell’ottobre dello stesso anno. Di queste sette vittime si sono salvate solo Micheal Mageau e Bryan Hartnell.