Sono passati esattamente 30 anni da quando una sera durante il festival di Sanremo l’Italia si fermò per ammirare uno degli sportivi che sarebbe divenuto a breve uno dei più amati da tutta l’Italia. 

Lo stile di Tomba fu fin dall’inizio innovativo, per la capacità di disegnare traiettorie aggressive sui pali dello slalom speciale e dello slalom gigante e, grazie al suo fisico subito statuario e differente dal classico sciatore.

Alberto Tomba irrompe nella serata finale del festival: un collegamento in diretta con l’innevato Canada per le Olimpiadi di Calgary del 1988, dove il bolognese è in partenza per scendere la seconda manche dello slalom speciale

Miguel Bosé e Gabriella Carlucci, dopo le esibizioni di molti ospiti internazionali che sono saliti sul palco nei quattro giorni di spettacolo come Paul McCartney, Joe Cocker, Bon Jovi o Paul Anka, annunciano il collegamento con il Canada per LA BOMBA che, due giorni prima, aveva conquistato l’oro nel gigante alla sua prima partecipazione a dei Giochi olimpici invernali.

In silenzio e con grande speranza, tutti osservano la sua prova: Tomba parte, famelico, aggredendo la pista con il suo stile unico. Segna, alla fine della prova, il tempo ottimo di 1:39,47, guida la classifica provvisoria, ma bisogna ancora aspettare il tedesco Wörndl. Sei centesimi di differenza, sei centesimi di differenza e arriva il secondo oro. Sono ben 20 milioni, gli italiani che incollati davanti allo schermo, quella sera durante il festival. Alla fine della performance, il primo ad alzarsi dal pubblico è Aldo Biscardi, conduttore del celebre “Processo”.

Alla fine lui dichiarò…

Diventare il più grande del mondo. Riuscire a conquistare talmente tanto, che la gente che per ora non mi conosce tanto, potrebbe riconoscermi dappertutto anche vestito in borghese. Essere noto come il Papa, Reagan, Gorbachov o Stallone. No ma forse Stallone in Africa non lo conoscono…”